"Mascherine Ffp2 non a norma": le farmacie di Reggio Emilia smentiscono

La trasmissione di Rete 4 lancia l’allarme su un tipo di protezione. Delfini (Federfarma) e Campari (Fcr): "Nessuna comunicazione ufficiale"

Mascherine Ffp2: prima nessuno conosceva questa sigla

Mascherine Ffp2: prima nessuno conosceva questa sigla

Reggio Emilia, 11 marzo 2021 - Mascherine pericolose e "farlocche". Questo l’allarme lanciato dalla trasmissione Fuori dal coro (martedì sera, Rete 4) che ha presto scatenato il panico. Durante la puntata, il giornalista Mario Giordano ha infatti messo in guardia gli ascoltatori riguardo all’inefficiente capacità di filtraggio delle mascherine Ffp2 con marchio CE 2163, diffuse sul mercato e vendute anche nella nostra città. Ieri mattina la notizia è tuttavia andata incontro a una serie di smentite. "Non abbiamo ricevuto nessuna notifica di divieto alla vendita di suddetti medical devices", ha spiegato al telefono Giuseppe Delfini, presidente di Federfarma Reggio Emilia.

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Anche le Farmacie comunali riunite sottoscrivono la stessa tesi: "Queste mascherine sono autorizzate dal Ministero della Salute e certificate secondo protocolli CE – ha detto Egidio Campari, direttore di Fcr – In caso di problematiche con prodotti farmaceutici, arrivano sempre comunicazioni ufficiali per eventuali revoche. Per ora, questa agitazione è del tutto immotivata, considerato che non abbiamo ricevuto nessuna notifica riguardo alle mascherine 2163. Bisognerebbe, nel caso, fare accertamenti su un lotto".

Non ha tardato ad arrivare nemmeno la risposta da parte dello stesso ente certificatore delle mascherine Ffp2 in questione: "Riguardo alle presunte irregolarità nella certificazione delle mascherine con il marchio 2163, l’azienda conferma che l’intero processo è gestito in conformità con il sistema di marcatura CE stabilito nell’ambito della UE – ha affermato Universal Certification – Come tutti gli enti certificatori, anche la nostra Società esegue esami iniziali sul modello di mascherina e in seguito controlli a campione sulla produzione in serie, per verificare che la qualità del prodotto sia omogenea con quella verificata nei test".

"Tutti i certificati 2163 – continua la nota della Universal – vengono emessi rispettando rigorosamente il Regolamento (EU) 2016/425 per i Dpi (dispositivi di protezione individuale) e tutti i campioni devono superare i test secondo lo standard EN 149".

In tutta l’Unione Europea è poi in vigore una precisa procedura ufficiale per informare il pubblico in caso di prodotto non conforme sul mercato, "procedura che non sembra essere stata seguita nel caso in oggetto" ha rimarcato Osman Camci, direttore di Universal Certification. "Al contrario – ha continuato Camci – le notizie riportate nei giornali, e riprese dai media, fanno riferimento a test non meglio specificati che sembrano essere stati promossi da un’azienda commerciale, e in ordine a quali non sono note le modalità di esecuzione e le procedure seguite, che la Universal Certification ha richiesto di conoscere, ma che non sono state rese disponibili".