"Mi hanno incarcerato coi mafiosi Ora voglio riprendermi la dignità"

L’ex consigliere comunale Carmine De Lucia, 54 anni, rimesso in libertà dal Tribunale del Riesame. La Dda di Napoli lo accusa di corruzione per la vendita di loculi cimiteriali e di aver agevolato un clan

"Mi hanno incarcerato coi mafiosi  Ora voglio riprendermi la dignità"

"Mi hanno incarcerato coi mafiosi Ora voglio riprendermi la dignità"

di Alessandra Codeluppi

"Ho vissuto un incubo, pur non avendo mai fatto nulla di illecito. In questa vicenda io sono una vittima. E ora voglio riprendermi la mia dignità". Si mostra sempre calmo, ma a un certo punto si stringe la testa tra le mani, chino sul tavolo, Carmine De Lucia.

L’ex consigliere comunale 54enne è stato rimesso in libertà mercoledì sera dal tribunale del Riesame di Napoli, che ha annullato l’ordinanza di misura cautelare a suo carico nell’inchiesta sulla vendita di loculi nel cimitero di Santa Maria a Vico, in provincia di Caserta, suo paese d’origine. Per lui la Dda di Napoli ha ipotizzato il reato di corruzione, con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa a favore del clan di camorra Massaro, in concorso con Domenico Nuzzo, esponente della cosca, e il custode del cimitero e concessionario dei servizi cimiteriali Giuseppe Pascarella. Al momento De Lucia resta indagato, e ora bisognerà vedere se la Dda ricorrerà in Cassazione contro il Riesame.

"Ho trascorso 22 giorni in un carcere, prima a Reggio e poi a Bologna. Mi sono trovato in questa situazione solo per avere risposto al telefono". Il riferimento è alla chiamata che ricevette da Nuzzo. "Abito qui dal 1999: ho lavorato in banca, alle Poste, ora faccio l’insegnante alle elementari e sono presidente di seggio. Sono piombati alle 6 del mattino a casa mia: mi hanno portato prima in caserma e poi alla Pulce e, dopo una settimana, a Bologna: io, incensurato, sono finito nel carcere di massima sicurezza insieme agli ‘ndranghetisti. Ho fatto l’isolamento, non lo auguro a nessuno. Ho molta fede in dio, ma è possibile finire tra i mafiosi per 8 intercettazioni? Avrei potuto anche fare una sciocchezza. Ho attraversato una situazione devastante per me, la mia famiglia e i tanti amici. Ho ricevuto centinaia di messaggi di solidarietà che devo ancora finire di leggere".

Accanto al suo avvocato Ernesto D’Andrea, dà la sua versione dei fatti: "Mi trasferii qui nel 1999 con mia moglie. Portai qui mia madre perché volevo che trascorresse la vecchiaia con noi, ma lei morì un anno dopo a Reggio, nel 2008. Lei non voleva essere tumulata sotto terra. Mi informai e mi dissero che dovevo comprare la concessione dei loculi. Andai al Comune di Santa Maria a Vico e parlai col sindaco, che mi indirizzò alla società incaricata ‘Le Ceneri’, da cui comprai, tramite bonifici e assegni, un modulo intero con 16 loculi, per riunire i nostri parenti defunti, pagandolo 35mila euro".

L’altro coindagato Pascarella, custode del cimitero, "subentrò alla società ‘Le Ceneri’ nel 2018". Vi fu un grosso intoppo: "I loculi mi sono stati consegnati dal Comune solo 14 anni dopo, perché nel frattempo il cimitero fu sottoposto a un sequestro decennale in un’altra operazione antimafia. Intanto mia madre è rimasta tumulata sottoterra. Come altri cittadini, ebbi un danno. Chiesi al Comune, mi dissero di rivolgermi al custode del cimitero. Domandai a Pascarella se qualcuno avesse bisogno di loculi, di cui c’è carenza. Dissi che li avrei restituiti in modo che fossero rimessi a sorteggio, in cambio della somma che avevo già versato".

L’avvocato D’Andrea dice di aver depositato un contratto di comodato a uso gratuito: "De Lucia aveva messo i loculi in donazione, possibilità prevista dalla legge". Ma nessun loculo finora è stato dato a terzi: "I cittadini me li chiedevano, ma io dicevo di parlare col custode per seguire la giusta procedura. Sono stato consigliere comunale, so bene che la vendita è vietata e che si ha solo un diritto di locazione per 99 anni". Lui nega ogni affare sulle sepolture: "Non ho mai preso nè dato soldi. Pascarella li chiedeva, ma a tutti". Nelle intercettazioni Pascarella parla di "quattro loculi venduti", ed emerge anche un litigio con De Lucia sul prezzo di vendita: "Pascarella può dire ciò che vuole - taglia corto il legale - ma io ho sostenuto al Riesame che lui è coinvolto in sei episodi, due per corruzione e gli altri per estorsione. Dalle intercettazioni lui risulta coinvolto negli affari con Nuzzo".