"Mi stuprò e poi mi fece abortire". Marito a processo per le violenze

Il racconto choc in tribunale della vittima 60enne. La coppia vive ancora insieme: "Dormo sul divano, l’ho fatto per stare vicino ad una delle mie figlie che è disabile per colpa sua, mi picchiò in gravidanza".

"Mi stuprò e poi mi fece abortire". Marito a processo per le violenze

"Mi stuprò e poi mi fece abortire". Marito a processo per le violenze

di Alessandra Codeluppi

Una coppia di sessantenni, sposata dagli anni Ottanta: una famiglia di cui balzano all’occhio fragilità e problemi risalenti a un tempo lontano, ma che condizionano ancora il presente come un macigno.

La donna ha denunciato il marito nel 2022, ora a processo per maltrattamenti e violenza sessuale, ma ancora vive con lui: "In casa dormo da sola sul divano in cucina, ma l’ho fatto per stare vicino a una delle mie figlie, che vuole rimanere con me". Quest’ultima, nata alla fine degli anni Novanta, ha problemi di disabilità, Ieri la madre ha detto che "il marito mi picchiò in gravidanza e la figlia nacque con problemi".

Un racconto drammatico, ora al vaglio del collegio dei giudici, presieduto da Cristina Beretti, a latere Giovanni Ghini e Silvia Semprini (foto in alto). Lei lo denunciò negli anni Novanta per lesioni, periodo in cui la donna rientrò nella sua regione d’origine al Sud, per poi ritornare nelle nostre terre insieme a lui. Qui si sarebbero susseguite vessazioni – botte e insulti quotidiani anche in presenza dei figli che allora erano minorenni – che lei ha deciso di denunciare, come ha voluto rivendicare in aula, nel 2022.

Da qualche anno i servizi sociali hanno preso in carico la situazione: l’imputato, a piede libero, ha un lieve ritardo mentale; la compagna del fratello ha dato supporto alla donna, aiutandola anche a curare i problemi di salute. La figlia con difficoltà è seguita da un amministratore di sostegno esterno alla famiglia. La donna è costituita parte civile affidandosi all’avvocato Jenny Loforese. La presunta violenza sessuale risalirebbe al 1998, ai tempi della nascita della figlia disabile, poi lei parla anche di un aborto che sarebbe stato causato da lui ("Mi portò all’ospedale e mi fece abortire"); poi a detta di lei da ormai oltre venticinque anni tra loro non c’è più intimità fisica. Visti i tempi, gli abusi sessuali risulterebbero già prescritti.

Dopo la denuncia sporta due anni dai carabinieri, "lui si è calmato", ma ancora persisterebbero i problemi: "Non mi dà i soldi per fare la spesa, mi aiutano i parenti e la Caritas". Accenna anche al fatto che lui le avrebbe versato acido in un bicchere d’acqua. "Non si vergogni", l’ha incoraggiata il pm Maria Rita Pantani (foto sotto). Lei ha confermato a fatica i rapporti sessuali non voluti: "Mi minacciava, io dicevo che non volevo, ma lui ribatteva che lo dovevo fare lo stesso". L’avvocato difensore Nico Vaccari riferisce che il suo assistito "si dice innocente". Ieri l’imputato era in aula, mentre parlava la moglie: "Si tratta di una famiglia che vive una situazione conflittuale e di fragilità".