Addio all’architetto Italo Rota, rivoluzionò i Musei Civici reggiani

Il ricordo dell’ex direttrice Farioli: "È stato un uomo di altissima cultura e ha amato molto la nostra città. Non si accontentava, ci metteva alla prova"

Italo Rota con la tazza d’oro il giorno dell’inaugurazione, nel maggio 2014

Italo Rota con la tazza d’oro il giorno dell’inaugurazione, nel maggio 2014

Reggio Emilia, 7 aprile 2024 – È morto a Milano, dove era nato nel 1953, Italo Rota, figura centrale della cultura contemporanea, architetto che ha firmato il riallestimento di Palazzo dei Musei della nostra città.

Insieme a Elisabetta Farioli, in quel momento direttrice dei Musei Civici, aveva voluto lasciare traccia del suo lavoro nel volume ’Io sono Museo’, che presentò alla citta nel giugno di due anni fa.

E a ricordarlo è proprio Elisabetta Farioli: "È stato un uomo di altissima cultura e ha amato molto il nostro museo. Non sono mai riuscita a considerarlo un’archistar. Alla mattina si presentava puntuale al lavoro e non si sottraeva a nessun impegno, anche nei fine settimana e nei giorni di festa.

Approfondisci:

Italo Rota, il ricordo di Stefano Boeri: “Geniale e provocatorio. L’ultimo incontro? Commovente”

Italo Rota, il ricordo di Stefano Boeri: “Geniale e provocatorio. L’ultimo incontro? Commovente”

Era sempre animato da uno spirito di collaborazione, che non escludeva nessuno dello staff dalle scelte: sempre condivise, perché eravamo un collettivo. Da lui ho imparato molto. Non si accontentava mai, metteva sempre in discussione il risultato appena raggiunto per capire se si poteva alzare ancora l’asticella. In un primo momento ero anche un po’ infastidita, poi questo suo volerci sempre mettere alla prova è stato una lezione di vita. Aveva un fortissimo intuito nel trovare i legami tra le tracce della nostra storia. Era anche un collezionista e ha saputo valorizzare le nostre importanti collezioni mettendole in relazione con le altre sale, costruendo percorsi in grado di interessare anche un pubblico non solo locale".

Il progetto di Italo Rota ha rilanciato l’identità del nostro museo cittadino, ridefinendone il ruolo e lo spazio, riuscendo a creare una sorta di crocevia dove storia, patrimonio artistico, tecnologia, tradizioni, passato e presente potessero parlare al futuro, alle nuove generazioni. Italo Rota a Reggio Emilia ha lanciato una nuova idea di museo – a cui altre città hanno guardato – capace di raccontare la storia del nostro territorio.

"Abbiamo lavorato più come in un film, che viaggia nel tempo e nello spazio, perché le persone possano entrare in contatto sia con le cose sia con le storie", raccontava ai cronisti il 2 maggio 2014, giorno dell’inaugurazione.

Un archivio vivo, in grado di parlare a visitatori di tutte le età, perché organizzato su più livelli narrativi e su più discipline.

Il presidente di Triennale Milano, Stefano Boeri, ha detto: "Faremo sicuramente la camera ardente in Triennale, che è la sua casa".