Reggio Emilia, bimbo morto dopo circoncisione. L'esperto. "In casa rischi altissimi"

Il dottor Andrea Loreto, andrologo e urologo di Villa Verde: "Non è gratuita per motivi religiosi"

Circoncisione, il dottor Andrea Loreto parla dei rischi

Circoncisione, il dottor Andrea Loreto parla dei rischi

Reggio Emilia, 25 marzo 2019 - «In molti mi chiedono di andare a casa loro per circoncidere il figlio. Ma ovviamente non possiamo farlo». Questo pare essere il grande ostacolo culturale che può generare poi le pratiche clandestine di circoncisione. Ne parliamo con il dottor Andrea Loreto, andrologo e urologo di Villa Verde, dopo la tragedia del neonato morto dopo la circoncisione in casa.

Dottore, le è mai capitato di vedere un bambino circonciso in casa?

«Sì molti anni fa quando lavoravo al Santa Maria capitò un bimbo la cui famiglia era appena arrivata dall’Africa».

E’ una pratica diffusa secondo la sua esperienza?

«Guardi, io faccio tante circoncisioni. Per coloro che pagano e accettano di farlo dentro una struttura ospedaliera. Ma dato che ormai tanti sanno che io le faccio, in molti vengono a chiedermi di poterlo fare in casa».

E lei cosa risponde?

«Sempre di no, ovviamente. E in molti casi non si fanno più vivi, per cui è evidente che in quel caso o si rivolgono a qualcun altro clandestinamente oppure, spesso, aspettano di poter tornare nel proprio Paese d’origine per poterlo fare gratuitamente e secondo il loro rito».

La circoncisione in Italia non è gratuita quindi.

«No, c’è stato un pronunciamento recente, dove si è affermato senza ombra di dubbio che la circoncisione, se è per motivi religiosi o estetici, deve essere a pagamento».

Di quanto stiamo parlando?

«Non più di 300/400 euro per i bambini. Ma al Sud, dove ci sono luoghi in cui è più diffusa, si può spendere anche molto meno. Poi ci sono Ausl territoriali che a volte hanno protocolli di assistenza, anche economica, per le famiglie meno abbienti che chiedono la circoncisione per i figli».

Se invece non è per motivi religiosi o estetici?

«In quel caso è gratuita. E’ un intervento chirurgico semplice, che viene fatto anche negli ambulatori a volte, che va a risolvere un problema di fimosi».

C’è una restrizione sull’età?

«Per un motivo medico si può fare a qualsiasi età, anche da adulti. Chi lo fa per motivi religiosi, invece, la prevede entro una certa età del bambino».

Pur non conoscendo il caso specifico di Scandiano, ci dica quali sono i rischi legati a una circoncisione clandestina e come si può arrivare alla morte.

«I rischi sono l’infezione e il sanguinamento. Perché a volte il bambino è soggetto a qualche patologia, che la famiglia non conosce, e c’è un difetto di coagulazione. Il bambino non ha litri di sangue come un adulto. Oppure se non vengono sterilizzati gli strumenti o l’ambiente in cui viene svolta l’operazione non è asettico».

Secondo lei dovrebbe essere gratuita, per contrastare il fenomeno clandestino?

«Secondo me non è la gratuità il problema. L’integrazione passa attraverso l’educazione: se loro non sanno che esistono strutture dove possono farlo spendendo poco e in modo protetto, poi capiteranno questi episodi. C’è un difetto di informazione».