"Nella nostra zona non manca il lavoro, ma in alcuni settore non c’è gente disponibile"

"Nella nostra zona non manca il lavoro, ma in alcuni settore non c’è gente disponibile"

"Nella nostra zona non manca il lavoro, ma in alcuni settore non c’è gente disponibile"

Fabio Storchi, lei è un pioniere della meccatronica reggiana: la visita del presidente Sergio Mattarella a Corte Tegge è stato il segnale di un traguardo raggiunto.

"E’ un riconoscimento straordinariamente importante della realtà meccatronica di Reggio, distretto dai numeri molto significativi con oltre 400 aziende, 27mila dipendenti e 11 miliardi di fatturato".

Cosa l’ha più colpita della visita di Mattarella?

"Due cose dette nel discorso, bellissimo, nel quale ha parlato all’inizio dell’importanza del lavoro e del legame tra avere un lavoro e la possibilità per i cittadini di avere un posto nella società. Ho trovato queste parole molto vicine alle nostre aziende, dove l’innovazione è la parola d’ordine per vincere la sfida e il coinvolgimento dei lavoratori alla vita dell’impresa è un elemento di primaria importanza".

L’altro punto che l’ha colpita?

"Quando ha puntato l’attenzione sull’articolo 4 della Costituzione: ’La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto’. Noi oggi abbiamo un problema, non riusciamo più a trovare addetti, dall’industria ai servizi al turismo. C’è mancanza di disponibilità a lavorare, questa è una criticità da sottolineare. Nella nostra zona non manca il lavoro, ma per alcuni settori la gente disponibile a occupare questi posti. Io parlo della mia esperienza nell’industria: noi applichiamo i contratti, assumiamo e la nostra forza è nelle persone che lavorano con noi, il nostro interesse e vantaggio è assumere persone, formarle e fare in modo che siano soddisfatte del loro lavoro".

Qual è la prossima sfida del settore della meccatronica?

"Riguarda strettamente il digitale e lo sviluppo della digitalizzazione, dove il software è il cuore di un sistema di codici, controlli, impulsi e sistemi meccanici. Questo software è la regia diretta dall’uomo meccatronico".

Quando siete partiti, a cavallo tra vecchio e nuovo secolo, avevate trovato qualche resistenza?

"Dai colleghi ci fu subito adesione a questo idea e al lancio del nome della meccatronica. Ci rendevamo conto che le diverse componenti della meccanica ed elettronica si combinavano tra loro. Dove ho incontrato inizialmente le maggiori difficoltà è stato con l’università che stava creando a Reggio il secondo corso di ingegneria dopo quello gestionale. Un corso di meccanica e automazione, dopo qualche resistenza è passato il nome di corso di ingegneria meccatronica. primi in Italia".

Oggi è la festa del 1° maggio. Ma l’Italia vede molti giovani andare all’estero per trovare lavoro. Assistiamo a una drammatica fuga di cervelli. Cosa succede nel vostro settore?

"Possiamo dire che aiuta tanti ragazzi a restare in Italia. Hanno la loro sede di lavoro prima ancora di finire l’università. Offriamo condizioni di lavoro accettabili e spesso dopo un primo periodo sono confermati con contratti a tempo indeterminato".

Una rivoluzione meccatronica che stiamo vivendo?

"L’auto: andremo a eliminare il volante, si va verso la guida autonoma. Oltre al grande passaggio all’elettrico. Del resto già da anni a ogni cambio di auto ci si trova di fronte a un mezzo del tutto diverso".