"Noi di via Ravà, trattati come cittadini di serie B"

Buche, banchina a pezzi e zero trasporti pubblici: in completo abbandono la strada che collega via Settembrini a via Casello Veneri

Migration

di Nicola Bonafini

"Sa quante volte abbiamo mandato segnalazioni, mail, lettere ai vari dirigenti comunali in questi anni? Sa cosa è cambiato in questo quartiere e, soprattutto, in questa zona della città? Niente. Assolutamente niente".

Alzi la mano chi conosce via Ravà. Probabilmente pochi.

Eppure, questa via, larga poco più che una carraia, è quella che congiunge la parte sud – quella ‘oltre’ il pilomat della discordia – di via Settembrini con via Casello Veneri che è l’arteria che congiunge Canali a Fogliano. Non solo, su via Ravà, è nato un quartiere residenziale formato da ville e villette di gran pregio, oltre alla presenza di tre interessanti attività produttive: un caseificio, un’azienda agricola dedita alla produzione e vendita al minuto di frutta e verdura e un’altra dove vengono allevati animali, tra cui equini, bovini, capre e altri animali al pascolo, creando uno scenario che attrae tantissimi visitatori soprattutto d’estate.

I cittadini residenti della zona, svariate famiglie, per un centinaio, di residenti, a più riprese, hanno lamentato la totale assenza di servizi nella zona e contestualmente, l’abbandono e la trascuratezza dell’arredo urbano. I servizi di trasporto.

"Siamo famiglie con bambini in età scolare. Più volte abbiamo chiesto che il Minibù che, per esempio, copre il tratto da Fogliano a Reggio o da Canali ‘alto’ alla città, potesse allungare il suo tragitto di ‘ben’ 1 chilometro e 800 metri e aggiungesse una fermata anche in prossimità di questa zona residenziale. Le segnalazioni sono state multiple, da parte di vari residenti. Fatte con educazione e gentilezza. Abbiamo ricevuto risposte gentili ma inconcludenti, qualcuna anche con un velato tono di arroganza e sufficienza. Non abbiamo assolutamente la pretesa di una fermata davanti a casa. Basterebbe metterne una, a una delle due estremità della via".

"Quindi, quello che facciamo, è prendere la nostra automobile, ogni mattina, e accompagnare i nostri figli a scuola contribuendo ad aumentare il tasso di inquinamento e smog che questa Amministrazione dice di combattere limitando l’accesso al centro storico o altre aree della città. Purtroppo, però, abbiamo capito che questa è più una scelta politica che una reale volontà di risolvere un problema".

Buche come crateri.

Camminando per via Ravà, la sensazione è di essere davanti ad un bombardamento. Buche piene d’acqua piovana sul ciglio della strada, ‘pezze’ di asfalto vecchie di decenni, un manto stradale ormai ‘grattugiato’ dal tempo.

Sarebbe un tratto di strada ‘dimenticabile’, se non fosse che nelle ore in cui il pilomat di via Settembrini è in funzione, molto del traffico si scarica su questa viuzza. Non solo, questa è l’unica via d’accesso per il quartiere residenziale di cui sopra, che è tuttora in via di espansione.

Lo stato di abbandono di via Ravà è totale.

Sul ciglio della strada si è formato un avvallamento con il passaggio di auto e trattori: "Sarà profondo almeno 25, 30 centimetri – ci spiega un residente -, e saranno 15 anni ormai che nessuno viene a chiudere queste buche. Mentre prendiamo atto che a poche centinaia di metri da noi, in altre vie di simili dimensioni, si è asfaltato con dovizia, ed oggi la carreggiata sembra un tavolo da biliardo. E’ una situazione di grave pericolosità. Qui ci sono persone che corrono, ciclisti, gente che passeggia, oltre agli automobilisti che attraversano questa via, non sia mai che possa succedere qualcosa a qualche passante".

"Per non parlare – aggiunge il nostro interlocutore – anche di alcune piante i cui rami hanno invaso la carreggiata. Ci abbiamo dovuto pensare noi residenti a tagliare quelli sporgenti, eppure non fanno parte di una proprietà privata. Questo è ‘cosa’ pubblica". La spiegazione che si danno i cittadini di via Ravà in conclusione appare lineare: "Probabilmente l’Amministrazione pensa che qui ci abitino famiglie abbienti e che non abbiano bisogno di niente. Se così fosse, assicuriamo che diritti e doveri vanno di pari passo anche in via Ravà".