ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Non paga 10 centesimi: gli arriva una super multa

Reggio Emilia, automobilista vince il ricorso contro il Comune: "Buona fede"

Vittorio Ravaglia, automobilista e avvocato

Vittorio Ravaglia, automobilista e avvocato

Reggio Emilia, 4 maggio 2024 – Pagò la multa ‘solo’ 125 euro: omise infatti di versare i 10 centesimi previsti nell’importo totale (125,10 euro). Lui, l’avvocato Vittorio Ravaglia, nella mattina del 24 maggio 2018 non aveva rispettato il semaforo rosso all’incrocio di piazzale Tricolore, a Reggio Emilia. La sua targa fu catturata dalle telecamere, il comando della polizia locale gli notificò tramite raccomandata il verbale di contestazione e lui pagò il 26 giugno, entro cinque giorni dalla ricezione – avvenuta il 23 –, dimenticando però per una svista di versare gli spiccioli. Dopo sei giorni, il 29 giugno – quindi entro i due mesi previsti dalla legge – comunicò anche i propri dati come proprietario per poi ricevere la decurtazione dei punti dalla patente.

Sembrava tutto sistemato e archiviato nelle cartelle municipali e della memoria, quando quattro anni e otto mesi dopo, il 29 gennaio 2023, gli fu recapitata una cartella di pagamento dall’Agenzia delle entrate: 387,48 euro, di cui 381,6 destinati al Comune per "infrazioni del codice della strada nel 2018’ e i restanti 5,88 per diritti di notifica all’ente che riscuoteva. Da allora Ravaglia si è trasformato per una volta nell’avvocato di se stesso.

Il giorno stesso in cui ricevette la cartella, scrisse una mail alla polizia locale reggiana: rimarcò di avere pagato il dovuto a tempo debito e chiese di annullare la somma pretesa. Non ebbe risposta in tempi immediati e così decise di presentare un ricorso che fu depositato al giudice di pace il 13 febbraio 2023, poco meno di un mese dopo aver ricevuto la cartella di pagamento. Nel frattempo si accorse, ricontrollando tutti i documenti, di non aver pagato i 10 centesimi, fatto che evidenziò lui stesso nel ricorso, chiedendo l’annullamento della pretesa di 387 euro, parlando di ‘lapsus calami’ e di abuso del diritto. Il 24 febbraio gli arrivò una risposta dalla polizia locale: si diceva che il pagamento fatto il 36 giugno 2018 risultava insufficiente e che per cancellare l’iscrizione a ruolo bisognava versare 5,88 euro come diritti di spese per la cartella più i 10 centesimi mancanti.

Il giudice di pace Antonella Chizzoniti ha accolto il ricorso, sostenendo che nel comportamento dell’avvocato "non è ravvisabile il minimum di elemento soggettivo perché si realizzi la violazione di legge": lui ha dimostrato un "comportamento solerte e collaborativo" nel pagare la multa e la sua condotta era improntata a "buona fede". E ha condannato il Comune a pagargli le spese processuali per 220 euro.