Omicidio Paolo Eletti, il figlio Marco in aula a Reggio: "Ammetto la mia responsabilità"

Colpo di scena in corte d'Assise durante il processo per il delitto di San Martino in Rio dell'aprile 2021

Omicidio Eletti, l'udienza in Corte d'Assise

Omicidio Eletti, l'udienza in Corte d'Assise

Reggio Emilia, 9 dicembre 2022 - “Devo ammettere a me stesso e a voi (della Corte, ndr) le responsabilità che ho in questo accaduto”. Il colpo di scena è servito alle 9.18 di questa mattina. In Corte d’Assise presso il tribunale di Reggio Emilia (presidente Cristina Beretti a latere il dottor Matteo Gambarati e i giudici popolari) si tiene la seconda udienza del processo relativo all’omicidio di Paolo Eletti e il tentato omicidio della moglie, Sabrina Guidetti, avvenuto il 24 aprile del 2021 nella loro casa di San Martino in Rio, in provincia di Reggio Emilia, in cui l’unico imputato è il figlio, Marco Eletti.

Ebbene, prima ancora che l’udienza entrasse nel vivo con i primi esami dei testimoni, l’imputato, affiancato dai suoi difensori – gli avvocati Domenico Noris Bucchi e Luigi Scarcella, del foro di Reggio – ha voluto rendere una dichiarazione spontanea: “E’ passato molto tempo da quando tutto questo è successo – ha detto il giovane con la voce rotta dall’emozione -. In questo periodo mi sono state vicine molte persone, avvocati e famigliari in primis. Mi hanno aiutato a riflettere sul fatto. E proprio grazie a queste riflessioni, devo ammettere a voi e a me stesso, le responsabilità che ho in questo accaduto”.

In pratica una confessione su ciò che successe quel sabato pomeriggio di fine aprile del 2021 in provincia di Reggio. “Certo, si tratta di un peso non facile con cui confrontarsi – ha chiuso la sua dichiarazione Marco Eletti -. Un peso che ti opprime, che ti spinge in un baratro e lì ti tiene oppresso”.