REDAZIONE REGGIO EMILIA

"Ora serve un’indagine georadar sugli argini"

La richiesta dei comitati Aria Pulita e Aria Buona: "Solo così possono essere rilevate le criticità per prevenire i disastri del maltempo"

Uno degli argini dopo gli allagamenti avvenuti nella Bassa

Uno degli argini dopo gli allagamenti avvenuti nella Bassa

"Un’indagine georadar per scansionare gli argini e far conoscere immediatamente il loro stato di salute per poter avviare tutte le azioni necessarie per aumentarne la sicurezza, a partire dalla pulizia dell’alveo e riparazione delle frane interne". È quanto chiedono i Comitati Aria Pulita di Cadelbosco e Aria Buona di Gualtieri, con i loro presidenti Claudio Giacca e Paolo Ferrarini, per i quali resta "prioritario il monitoraggio degli argini per rilevare le eventuali criticità, così come l’analisi degli effetti legati alla presenza di nutrie, tassi, istrici e volpi".

Fatta questa ’radiografia’ dovranno essere realizzate rapidamente le opere necessarie a migliorare la capacità di risposta degli argini ai potenziali rischi di esondazione. "Servono piani e tempi certi di fronte a cambiamenti climatici – aggiungono –. Perché se la piena del Po è prevedibile con qualche giorno d’anticipo, i nubifragi improvvisi possono creare situazioni di pericolo immediato nei corsi d’acqua minori".

Parte anche l’azione per ottenere i risarcimenti dei danni. I Comitati la giudicano una "battaglia di giustizia" per arrivare a una normativa legata alle calamità, "per evitare casi come quello seguito all’alluvione del dicembre 2017 a Lentigione".

Intanto, prosegue l’iter per il ripristino della Sp 40 fra Cadelbosco Sotto e Castelnovo Sotto, con la Provincia pronta ad anticipare le risorse finanziarie necessarie a coprire il costo dei lavori, che dovrebbe ammontare a circa 650 mila euro.

Antonio Lecci