Si amplia – ma non troppo – lo spiraglio di contrattazione pubblico-privato per la salvaguardia del Bosco urbano di Ospizio. "Siamo sempre stati attenti al territorio e sensibili, non abbiamo intenzione di rompere degli equilibri: ascolteremo con la massima attenzione alle richieste dell’amministrazione comunale", fa sapere Conad Centro Nord, tramite l’amministratore delegato Ivano Ferrarini.
Lunedì il consiglio comunale ha bocciato (con i voti del Pd e della Lista Massari) la mozione popolare firmata da oltre 2.500 cittadini (10mila se si contano le firme online) per salvaguardare l’area verde sulla quale, dal 2006, vi sono diritti edificatori per la realizzazione di un Piano particolareggiato ma nella quale, in quasi vent’anni di abbandono, la Natura ha ripeso il sopravvento. Cambiata la congiuntura economica e la situazione demografica dell’area, Conad ha deciso di far valere i propri diritti. Tra la società e l’amministrazione comunale è stata perciò stipulata una Convenzione, firmata prima del Consiglio (cioè prima della discussione della mozione) nonostante il termine ultimo fosse il 31 dicembre, che consente ora a Conad di procedere alla costruzione del suo supermercato, a cui si affiancheranno la Casa della Salute Reggio Est, una nuova biblioteca decentrata e la sede del nuovo polo socio-territoriale. Ferrarini commenta: "Nel progetto per la riqualificazione dell’area Ospizio, Conad è impegnata da quasi 20 anni con un piano per la realizzazione di un punto vendita. In questo lungo periodo Conad ha seguito tutte le indicazioni fornite dagli enti competenti e risposto a tutte le richieste formulate, rispettando il progetto approvato"; la società rimarca anche di aver "sempre avuto un dialogo costruttivo con le istituzioni della città e continuerà a farlo". L’assessore alla Rigenerazione urbana Carlo Pasini, che ha materialmente siglato la Convenzione, nei giorni scorsi aveva affermato: "Mi si può imputare di non essere stato sufficientemente convincente con Conad" nel mitigare l’impatto del progetto. La disponibilità ora espressa da Ferrarini rende forse possibile qualche modifica per andare incontro a coloro che domandano di salvare al cemento e dall’abbattimento le 154 piante.
Francesca Chilloni