Maria Rosaria Corchia
Cronaca

Ex Poste, le ultime ore del palazzo: chi fa foto, chi plaude all'abbattimento

Cominciano i lavori preliminari. L'impresa: "Torneremo all'antico"

Reggio Emilia, foto al palazzo delle Poste (Foto Artioli)

Reggio Emilia, 13 agosto 2014 - Ci sono i nostalgici, che ieri sono venuti a immortalarlo con la macchina fotografica. E ci sono gli amanti della modernità e delle trasformazioni urbanistiche, che senza troppi scrupoli fanno il confronto con i grattacieli di New York, demoliti e ricostruiti ogni trent’anni. L’opinione pubblica reggiana si divide a metà nei confronti dell’imminente demolizione del Palazzo Ex Poste: oggi i lavori preliminari, domani una grande tenaglia inizierà a sbriciolarlo.

Riccardo Mamoli, che abita poco distante da qui, è sicuro che le operazioni siano già iniziate, perché dalla finestra di casa sua ha visto gli operai smantellare il tetto. "L’ho visto sorgere negli anni Cinquanta – dice mentre fotografa l’edificio –, ho 81 anni, e se è necessario non sarà un problema. Abbiamo sopportato cose peggiori!".

Ma la preoccupazione per il disagio che questo intervento provocherà non manca: "Ho paura che dovrò parcheggiare più lontano da casa mia, io che ho una autonomia di deambulazione limitata". È nostalgico anche Roberto, che è cresciuto in questa zona: "Anche se solo a livello visivo, se ne va un pezzo della mia infanzia".

Di tutt’altro avviso Paolo Boni e Sergio Casini: "Andate a New York a vedere i grattacieli. Questo è un progetto che trasformerà il centro storico, siamo assolutamente a favore". Fa eco Angelo Gianazza: "Certo, bisogna vedere se il progetto che stanno mettendo in piedi sia migliore di questo, però in generale sono d’accordo con la demolizione. È importante mantenere l’insieme architettonico di una città". Ai tanti dubbi legittimi, compresi quelli sollevati da Italia Nostra relativamente al valore storico-architettonico dell’edificio, risponde Ivan Sacchetti, l’architetto responsabile del progetto: "Il Palazzo delle Poste è stato costruito degli anni Cinquanta. Ci sono altri esempi più o meno illustri che si rifanno alla tipologia costruttiva del razionalismo italiano, questo in particolare però non lo definirei razionalista, siamo già in una fase successiva. E a noi non risulta l’attribuzione all’architetto Narducci".

Inoltre, il palazzo non ha risposto positivamente alla verifica anti-sismica e non rispetta la normativa regionale vigente: "È talmente debole che dovremmo andare a rinforzare anche le fondazioni, per questo tanto vale demolire e ricostruire".

Ma veniamo al progetto, per il quale è necessario tornare ancora più indietro nel tempo: "Prima di questo palazzo qui si trovava il Collegio convitto dei Gesuiti, che era collegato a Palazzo Busetti e aveva una corte interna. Era la sede universitaria di Reggio. In virtù del piano regolatore del 1948, il Collegio, insieme all’Isolato San Rocco e ad altri edifici dell’isolato, fu demolito per costruire il palazzo delle Poste. Noi abbiamo provveduto a eliminare i fabbricati che ritenevamo incongrui per ricostituire un complesso che richiama la precedente struttura urbanistica ed edilizia con palazzo Busetti. Via Crispi sarà collegata a via Don Andreoli, e la via Emilia a via Sessi".

Ma non finisce qui, perché il prossimo anno, una volta finiti i lavori strutturali e avviati quelli di rifinitura, partiranno anche i lavori di riqualificazione della pavimentazione di via Sessi e don Andreoli.

I tempi per la demolizione? L’architetto i è rassicurante: "Dureranno fino alla fine di agosto. Abbiamo scelto questo periodo perché la gente è in ferie e fuori città. Per la raccolta dei detriti ci servirà invece tutto il mese di settembre".