ANTONIO LECCI
Cronaca

Pellegrinaggio sulla tomba di Saman Abbas

Tra i piccoli doni lasciati sulla lapide, anche un tricolore. "Veniamo qui per dire una preghiera"

Reggio Emilia, 25 agosto 2024 – C’è anche una bandiera tricolore sulla tomba di Saman Abbas, al cimitero di Novellara. Con il passare del tempo, da quella giornata piovosa di fine marzo, sono stati molti i cittadini che si sono recati sulla tomba della giovane pakistana uccisa dai familiari per aver deciso di non sottostare alle decisioni imposte dai parenti per la sua vita privata, partendo dal rifiuto a nozze combinate con un cugino scelto per lei nella sua terra d’origine.

La bandiera deposta fra fiori e oggetti sulla tomba di Saman Abbas
La bandiera deposta fra fiori e oggetti sulla tomba di Saman Abbas

Ora, con la vicenda tornata alla ribalta delle cronache per il ritorno in Italia della madre di Saman, in carcere dopo la condanna all’ergastolo per l’omicidio della figlia, anche le visite alla tomba della ragazza si sono fatte più numerose. E non mancano coloro che depongono oggetti vari sulla lastra in marmo: ci sono fiori, piccoli peluche, ma anche alcuni lumini, una pietra a forma di cuore, oggetti a forma di farfalla come simbolo di volo e di libertà, ma anche una grande bandiera tricolore, che qualcuno ha poggiato proprio al centro della tomba chiara situata all’ingresso del camposanto novellarese.

C’è chi arriva anche da fuori provincia per una preghiera davanti al luogo dove Saman è sepolta.

"Noi veniamo dalla provincia di Rovigo – spiega una coppia in gita nel Reggiano per le vacanze estive – e conosciamo Novellara in quanto è la patria dei Nomadi, il nostro gruppo musicale preferito. Siamo venuti per un saluto sulla tomba di Augusto Daolio. E non possiamo fare a meno di recitare una preghiera anche sulla tomba di Saman, che è proprio qui accanto. Abbiamo tanto sentito parlare di lei sui giornali e in tv, della terribile vicenda di cui a lungo si sono occupate le cronache, anche nazionali".

La bandiera italiana non è casuale: Saman, infatti, nonostante fosse di origine pakistana, è stata dichiarata "italiana" dopo la sua morte, alla fine di dicembre dello scorso anno, con una cerimonia ufficiale in municipio per ricevere la cittadinanza onoraria. E il suo nome è accostato anche al Fondo Saman per iniziative e azioni a favore delle persone isolate e in difficoltà a causa di culture "retrograde".