"Per i giovani il Covid è stato una trappola"

I ragazzi che hanno chiesto aiuto e sostegno sono raddoppiati e i numeri spaventano: +23% di disturbi dello spettro autistico

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"La gente reggiana è tosta; tiene. Ma le ferite lasciate dalla pandemia, soprattutto da un punto di vista psicologico, sono evidenti".

Se l’economia è in ripresa, gli strascichi del Covid si fanno sentire soprattutto sulla salute mentale dei cittadini. A ribadirlo è lo psicologo Gino Mazzoli (nella foto mentre commenta i dati), curatore del report della Camera di Commercio e presente ieri alla conferenza di presentazione. Alcuni numeri presentati d’altronde sono inquietanti: dal 2019 (quindi pre-Covid) sono cresciuti gli utenti in cura nei reparti di psichiatrica per servizi di salute mentale adulti, servizi psichiatrici ospedalieri intensivi (+14%), disturbi del comportamento alimentare (+16%) e un drammatico +23% per i disturbi dello spettro autistico. Ma come ribadito da Mazzoli, la categoria più colpita "è stata quella dei giovani". L’aumento maggiore dei disturbi legati all’alimentazione si è registrato tra i 14 e i 28 anni. Tendenza simile anche per la maggiore richiesta di accesso ai punti ‘Open G’, ovvero i punti di ascolto e consultazione psicologica dedicati appositamente ai giovani: nel 2020 i pazienti in carico erano 664, con 526 singoli accessi; l’anno scorso i numeri sono raddoppiati, arrivando rispettivamente a 1.212 e 1.039. Le donne rappresentano la fetta maggiore di accessi (incremento del 103%), e sono state coinvolte soprattutto le fasce più giovani dai 14 ai 25 anni. "Ci hanno detto di ‘stare a casa’ ma per molti questo si è trasformato in una trappola – ha chiosato Mazzoli -. Oltre al problema dei giovani, ci sono le violenze domestiche sulle donne e sui minori, che ormai dopo il ‘caso Bibbiano’ non vengono più segnalate, strutture per anziani diventate luoghi inaccessibili, centri diurni chiusi con ripercussioni sulle famiglie: sono situazioni da monitorare con attenzione".

Stefano Chiossi