Pestaggio dopo la disco I due giovani imputati chiedono un percorso di ’giustizia riparativa’

Kevin Coppolecchia e Daniele Vernucci chiamati a rispondere dell’aggressione a Giuseppe Checchia, rimasto in coma 17 giorni. La difesa punta al rito abbreviato, che permette uno sconto di pena.

Pestaggio dopo la disco  I due giovani imputati  chiedono un percorso  di ’giustizia riparativa’

Pestaggio dopo la disco I due giovani imputati chiedono un percorso di ’giustizia riparativa’

Richiesta di accesso a un percorso di giustizia riparativa e reiterazione di quella di giudizio abbreviato – che comporta lo sconto di pena di un terzo – condizionato a una perizia medica. E’ iniziato ieri mattina in Tribunale, davanti al collegio dei giudici presieduto da Cristina Beretti – a latere Giovanni Ghini e Silvia Semprini – il rito ordinario per il pestaggio all’uscita della discoteca Rockville di Castellarano, avvenuto nella notte tra l’8 e il 9 ottobre del 2022 che lasciò in coma per 17 giorni, il 19enne modenese Giuseppe Checchia, costituitosi parte civile. Imputati, con l’accusa di tentato omicidio, sono il 19enne Kevin Coppolecchia, residente a Castellarano, e il 22enne Daniele Eugenio Vernucci, di Sassuolo. Entrambi agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico e presenti in aula. L’elemento di novità è stato proprio quello portato dalla difesa dei due giovani imputati, formata dall’avvocato Roberto Ghini, Valentina Schenetti e Roberta Pasquesi del foro di Modena: l’opportunità, offerta dalla riforma Cartabia, di intraprendere un percorso di giustizia riparativa: "Credo che caso migliore di quello che si sta dibattendo non vi possa essere per poter valutare in modo attento e approfondito questa opportunità – ha spiegato l’avvocato Ghini alla corte -. Cui i miei assistiti sono disponibilissimi a sottoporsi in modo serio".

Accanto a questa richiesta, la difesa ha, come detto, reiterato anche quella, già respinta in udienza preliminare dal Gup Andrea Rat, di giudizio abbreviato condizionata a una perizia medica: "Imprescindibile per determinare in modo chiaro e preciso che cosa abbia provocato l’emorragia alla testa della vittima". Ferma l’opposizione del Pm Pantani: "Una perizia medica non rileva sotto il profilo penalistico. A sostanziare l’ipotesi di tentato omicidio vi sono i testimoni che abbiamo chiamato oltre alle varie dichiarazioni sommarie raccolte in fase d’indagine, tra cui il medico dell’ospedale di Baggiovara dove è stato trasportata la vittima che ha confermato come questi fosse effettivamente in pericolo di vita. Checchia è stato vittima di una brutale aggressione, dopo aver tentato di far da paciere, dentro al locale, fra due gruppi, uno di Modena e uno di Sassuolo, che si stavano fronteggiando. Non è caduto per caso. E’ stato colpito da un pugno, poi da un sasso scagliato da breve distanza e, una volta a terra, da dei calci".

Inoltre, sulla richiesta di accesso al programma di giustizia riparativa la dottoressa Pantani ha aggiunto che: "E’ inammissibile, essendo applicabile presso istituti accreditati. Prendo atto della disponibilità dei due imputati, ma, da quanto risulta, nessuno di loro ha mai chiesto scusa alla vittima, né è stata intrapresa alcuna forma di risarcimento per il danno cagionato". La parte civile, che ieri era rappresentata in giudizio dall’avvocato Marco Pellegrini del foro di Modena, in sostituzione del collega Cosimo Zaccaria, oltre a confermare quanto dichiarato dal Pm sull’assenza, al momento, di alcun comportamento riparatorio da parte degli imputati nei confronti di Checchia, in merito alla possibilità di accesso alla giustizia riparativa ha invitato la Corte ad ascoltare la vittima; mentre sulla richiesta di Abbreviato: "Pur ammettendo che la perizia medica non sia determinante ai fini del reato in oggetto, in termini di economia processuale sarebbe di grande sollievo per la vittima arrivare a un giudizio il più rapido possibile". La corte si esprimerà nella prossima udienza fissata per il 14 giugno.

Nicola Bonafini