"Poliziotti, troppi rischi sulle strade"

Aumentano le aggressioni contro le forze dell'ordine: il Siulp di Modena chiede interventi urgenti per rivedere le norme di tutela e contrastare la violenza in strada.

"Oggi per chi lavora sulla strada i pericoli sono aumentati rispetto a 20 anni fa; i numeri delle aggressioni sono in crescita. Se non si interviene subito sul sistema giurisprudenziale, il sacrificio di Stefano Biondi è stato vano perchè la situazione può soltanto degenerare". Così il segretario provinciale del Siulp di Modena, Roberto Butelli, che interviene sui rischi che corrono ogni giorno le forze dell’ordine una volta entrate in servizio. "A livello nazionale c’è un’aggressione ogni tre ore ai danni delle forze dell’ordine e per le helping professions è ancora peggio, soprattutto per i sanitari – commenta –. La situazione, è evidente, è peggiorata e chi sta in strada rischia di più. In più c’è il bruttissimo vizio italiano di fare riprese e postare sui social le sole immagini in cui il poliziotto ammanetta la persona e questo uso sconsiderato dei social ci mette in difficoltà: è divenuto ancora più difficile operare. Come Siulp stiamo chiedendo a gran voce che le norme, gli articoli di legge che dovrebbero tutelare gli ufficiali, gli agenti di polizia giudiziaria e i pubblici ufficiali in generale vengano rivisti. Nel momento che indosso la divisa della Polizia di Stato io rappresento lo Stato e devo essere tutelato perchè in quel momento è lo Stato che agisce – commenta ancora –. Ma non vediamo una spinta politica: c’è un disegno di legge che è fermo in commissione giustizia da quasi un anno, non va avanti ed è quello che prevede tutta una serie di norme per violenza e oltraggio a pubblico ufficiale, oltre ad un altro pacchetto di norme relative alla sicurezza in generale.

Non è più tempo di pensare solo gli organici ma anche di tutelare di più chi lavora in strada, di rivedere la Cartabia perchè si abusa della ‘tenuità del fatto’ per i reati più disparati. Insegniamo a chi delinque che si rischia poco o nulla.

La situazione degenera e il sacrificio di Stefano Biondi così non è servito a nulla.

Stefano aveva quasi finito il turno quel giorno – ricorda Butelli –: non si è risparmiato, è tornato fuori, in strada e ci ha rimesso la vita. Teniamo presente che l’ergastolo non esiste più in Italia e l’altro arrestato era uscito: questo vuol dire che ha pagato pochissimo per una vita spezzata in quel modo".