Prete vero, messe abusive: parte la diffida

La diocesi ha scritto alla Congregazione del Clero per chiarire la posizione di don Crescimanno e della cooperativa agricola a lui legata

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Messe non autorizzate e una diffida della diocesi verso un sacerdote ’forestiero’. Il caso di don Claudio Crescimanno, prete autentico ma di una parrocchia ritenuta abusiva, è rimasto sotto traccia per mesi, fino a quando pochi giorni fa qualche anziano di Casalgrande ha iniziato a comporre il numero degli uffici della curia reggiana: "Mio nipote farà la comunione in un posto strano, sopra Casalgrande Alto. Non capisco perché non vada nella nostra parrocchia".

Erano preoccupati, loro cresciuti all’ombra della pieve del paese, che i nipotini fossero convocati nel giorno dell’Immacolata in un luogo fuori mano e poco conosciuto. Quel luogo si trova sul cucuzzolo della collina sopra il paese al confine col Modenese. Pochi prefabbricati, una costruzione in muratura, poi un’aia centrale dove è posizionata una grande tenda. E’ proprio sotto quel padiglione che don Claudio Crescimanno, assieme a un altro parroco, celebra le sue messe domenicali (molto partecipate, dicono) e terrà le comunioni tra pochi giorni. Ma secondo la diocesi di Reggio non potrebbe affatto farlo. E per questo è partita una diffida ufficiale verso il prete di origini della Bassa modenese, che da qualche tempo si è trasferito dalla sua diocesi (Isernia) nelle nostre zone. Qui ha iniziato ad essere il padre spirituale di una comunità legata alla Cooperativa agricola Sant’Isidoro, che ha anche una sede a Fontana di Rubiera.

Questo gruppo laicale di credenti si è spostato in vari luoghi alla ricerca di una ’casa’. Prima nel Modenese, nella zona di Formigine, sotto il magistero del vescovo Erio Castellucci. Un’autorizzazione temporanea quella concessa dai modenesi, che poi è stata ritirata. Ed ecco l’approdo a Casalgrande Alta, a pochi chilometri di distanza, dove è iniziato un nuovo processo di proselitismo.

Secondo il canone della Chiesa, ogni parroco deve essere incardinato in una diocesi e se si sposta, per fare messa deve chiedere l’autorizzazione al vescovo ordinario di riferimento del territorio. Non esistono più, infatti, i cosiddetti ’chierici vaganti’, che caratterizzavano il mondo medievale. Ma a quanto risulta negli uffici reggiani della Curia, questa autorizzazione non è mai stata chiesta.

Un mese e mezzo fa un messaggero di don Massimo Camisasca, vescovo di Reggio e Guastalla, si è recato a Casalgrande per portare una lettera. Ha trovato il cancello della cooperativa aperta e ha consegnato il messaggio. Nella missiva c’era scritto proprio questo, e cioé che per poter recitare la messa bisognava che si chiedesse l’autorizzazione al vescovado.

Nessuna risposta, se non una telefonata il giorno dopo: "Avete invaso una proprietà privata".

La diocesi ha scritto anche al vescovo di Isernia, che sarebbe il diretto responsabile di don Crescimanno, ma senza ricevere risposta. E così Camisasca ha preso carta e penna e si è rivolto direttamente alla Congregazione del Clero, in Vaticano. Da lì potrebbe partire un processo ufficiale che chiarisca la posizione del prete modenese. Per ora Crescimanno, che gentilmente ha risposto alla nostra chiamata, preferisce aspettare prima di dire la sua. "Vorrei poter spiegare ma mi serve un po’ di tempo", si è giustificato ieri. Intanto però monta la polemica, si diffondono voci. E tra queste anche quella che dice che all’interno di quella tenda non siano rispettate le norme anti-Covid richieste per tutte le chiese: mascherina obbligatoria, distanziamento e igienizzazione.

Voci, dicevamo. L’unica certezza è l’adesione di don Crescimanno a posizioni vicine al mondo no-green pass. Prova ne sia la sua presenza in una trasmissione del Canale Italia, andata in onda nel settembre del 2021, dal titolo ’Green Pass o Nuovo Ordine Mondiale ?’. Assieme al pastore modenese c’era anche il noto assessore del comune di Sassuolo Corrado Ruini, al centro di una bufera per aver finanziato lezioni con sedicenti esperti no-vax nelle scuole del territorio.

Criscimanno è poi famoso nel territorio modenese per aver celebrato molte messe ’tridentine’, la forma di celebrazione eucaristica del rito romano recitata in latino, precedente al Concilio Vaticano II.