Salvatore Grande Aracri e Francesco Salvatore Romano chiedono subito il giudizio abbreviato

Ha preso il via l’udienza preliminare scaturita dall’indagine ‘Farmabusiness’, incentrata sulla vendita di farmaci che sarebbe stata illecitamente organizzata da componenti della cosca Grande Aracri. Le accuse mosse agli imputati sono, a vario titolo, associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale. Davanti al tribunale di Catanzaro dodici sui ventiquattro imputati ieri hanno chiesto il rito abbreviato: tra loro figurano il 42enne Salvatore Grande Aracri di Brescello, nipote del boss Nicolino Grande Aracri, e il 32enne Francesco Salvatore Romano, che risulta abitare a Cadelbosco. Non ha invece avanzato al momento richieste di rito alternativo il terzo imputato legato al nostro territorio, ovvero il 43enne Giuseppe Ciampà, che fino al 2010 ha abitato a Brescello e ora e residente a Cutro. Tutti e tre devono rispondere di associazione mafiosa. Sono state ammesse come parti civili la presidenza del Consiglio dei ministri e il Comune di Catanzaro. Figurano tra gli imputati anche l’ex presidente del consiglio regionale della Calabria Domenico Tallini e i più stretti familiari del boss Nicolino Grande Aracri: la moglie Giuseppina Mauro, la figlia Elisabetta Grande Aracri, il fratello Domenico Grande Aracri, il genero Giovanni Abramo.

al.cod.