ALESSANDRA CODELUPPI e BENEDETTA SALSI
Cronaca

Saman, il processo. "Farà la storia dei diritti umani”

Ventitré le richieste di costituzione di parte civile tra familiari (fratello e fidanzato), enti e associazioni. In aula le difese si oppongono, ma le onlus insorgono: "Questo è un caso nazionale, farà da spartiacque"

Reggio Emilia, 11 febbraio 2023 – Gli striscioni colorati, le urla davanti al tribunale delle associazioni che scandivano il nome di Saman, il circo mediatico, le decine di microfoni, telecamere, macchine fotografiche e cellulari puntati su quello che già è stato definito "un processo che scriverà una pagina nella storia dei diritti delle donne e delle seconde generazioni in Italia".

Saman, si è aperto il processo a Reggio Emilia
Saman, si è aperto il processo a Reggio Emilia

C’era tutto, ieri, alla prima udienza del dibattimento per il delitto di Saman Abbas, che si è aperto davanti alla Corte d’Assise di Reggio Emilia. C’erano tre imputati, lo zio e i due cugini della ragazza assassinata e sepolta in una buca, in un casolare diroccato a Novellara, nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021, dopo aver rifiutato un matrimonio forzato.

Alla sbarra mancavano solo i due genitori: il padre Shabbar Abbas, detenuto in Pakistan in attesa di estradizione, per il quale la procura ha chiesto di poter attivare la partecipazione in videocollegamento al processo; e la madre Nazia Shaheen, latitante in patria.

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Oltre 70 i giornalisti accreditati da tutta l’Italia presenti per quella che è stata la giornata delle costituzioni di parte civile. Questa volta, un ’rituale’ ancora più intriso di significato. Diciotto nuove richieste di costituzione di parte civile si sono sommate alle cinque già entrate nell’udienza preliminare: per un totale di 23 tra persone fisiche (il fratello di Saman e il fidanzato), enti (il Comune di Novellara, quello di Berceto, il primo a dare la cittadinanza postuma a Saman, l’Unione dei Comuni della Bassa Reggiana) e le associazioni a tutela delle donne, dei diritti umani e delle comunità islamiche che chiedono di battersi al fianco del ricordo di Saman.

Un elenco che, da solo, dà l’idea del valore, anche sociale, assunto da questo omicidio: Penelope, Ucoii, Zonta Club Reggio Emilia e Zonta Club Area 3, Non da sola, Mete Onlus, Osservatorio nazionale sostegno vittime, Associazione Italiana Vittime della Violenza, Senza veli sulla lingua, Differenza Donna, Caramella Buona, Centro internazionale diritti umani, Al posto tuo, Acmid (Associazione delle Donne Marocchine in Italia), Trama di Terre, Unione donne in Italia, Alone ente del terzo settore. E ancora, Confederazione Islamica Italiana e Grande Moschea di Roma.

Tutte posizioni su cui, in aula, si è aperto un acceso scontro tra le parti, con le eccezioni sollevate dalle difese dei cinque imputati che si sono opposte a quasi tutte le richieste di costituzione di parte civile: gli avvocati di Danish Hasnain (Liborio Cataliotti), Nomanhulaq Nomanhulaq (Luigi Scarcella) e Ikram Ijaz (Mariagrazia Petrelli), zio e cugini di Saman, hanno ribattuto punto su punto, contestando soprattutto il mancato collegamento delle associazioni con il territorio in cui è avvenuto il delitto, il fatto che nello statuto costitutivo spesso manchi la finalità precisa perseguita e il fatto che si faccia mera attività divulgativa; l’avvocato Simone Servillo (che tutela d’ufficio i genitori di Saman), si è associato alle richieste dei colleghi.

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"L’associazione si occupa delle vittime e dei relativi familiari. Questo però è un caso talmente particolare in cui i familiari stessi sono imputati. Quindi la costituzione di tutte queste associazioni è un segnale che la comunità italiana deve rispetto a questa ragazza. Le associazioni diventano i genitori istituzionali di Saman", ha detto però a margine dell’udienza l’avvocato Valter Biscotti, che rappresenta l’Osservatorio nazionale sostegno vittime. rBarbara Iannuccelli, a difesa della costituzione di parte civile dell’associazione Penelope, ha ribattuto con forza: "Il caso di Saman va oltre la territorialità, c’è gente che ha preso anche l’aereo oggi per essere qui. Perché ci sia un prima e un dopo Saman. Perché qualcuna leggendo gli articoli di giornali possa rivedersi in lei e salvarsi la vita. Per questo tutte le associazioni oggi presenti si batteranno per il ricordo di Saman e perché la sua morte segni uno spartiacque nella lotta per i diritti".

Tutto rinviato a venerdì prossimo, quando la Corte deciderà quali parti civili saranno ammesse al processo e se Shabbar potrà partecipare in video.