
Non c’è dipartimento che si salvi da questa fuga di giovani neodiplomati. Fanno eccezione i 5 corsi triennali delle professioni sanitarie, incardinati nella sede di Reggio, da sempre a numero chiuso, che anzi sono aumentati di qualche unità per effetto dell’aumento di posti disponibili e che nell’insieme oscillano intorno alle 220 matricole all’anno.
Ma, per quanto riguarda il Dce, dipartimento di comunicazione ed economia, il Desu di educazione e scienze umane e il Dismi di scienze e metodi dell’ingegneria c’è una flessione di interesse che contrasta con la richiesta di un numero sempre più alto di laureati reclamati dal territorio, in particolare nell’area tecnologica e per le competenze economiche e legate alla gestione dei big data.
Il Dce in un triennio lascia per strada 459 matricole SU e precipita da 882 immatricolazioni a 423 (- 52,04%), il Desu scende da un tetto di 652 matricole SU a 296 (- 54,60%).
"In realtà quest’anno, come già nell’anno accademico corso – spiega la direttrice del Desu, professoressa Annamaria Contini – la laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della formazione primaria ha registrato un incremento di immatricolazioni, perché il Mur ha aumentato il numero di accessi programmati (da 150 a 230 unità), e abbiamo riempito tutti i posti. Per la laurea triennale in Scienze dell’educazione per il nido e le professioni socio-pedagogiche la diminuzione si spiega col fatto che è stato introdotto per la prima volta un test di accesso (il Tolc), con tempistiche abbastanza serrate, per cui molti studenti sono rimasti fuori e si sono iscritti in altri atenei della regione dove non è previsto né un numero programmato né un test di accesso".
Ciò che più sorprende è che non si sottrae a questa legge del declino neanche il Dismi che, pur meno vistosamente, scende - sempre nel triennio - da 481 matricole SU a 360 (-25,16%). Da Unimore non si mostra alcuna preoccupazione per questa vistosa flessione. "Teniamo a sottolineare – si commenta dall’ateneo – come gli obiettivi che Unimore si è posta, alla luce delle scelte strategiche intraprese con la recente approvazione del Piano sessennale di ateneo, che riguardano tanto i corsi con sede a Reggio, quanto quelli con sede a Modena, siano finalizzati a mantenere un equilibrio tra iscrittie e servizi necessari a percorsi di formazione di qualità: garantire la piena sostenibilità del sistema significa per un’università come la nostra porre tutte le declinazioni della qualità al centro delle scelte presenti e future. Questo approccio deve esplicitarsi nella costruzione di percorsi formativi di eccellenza e inclusivi connessi all’effettiva capacità di poter accogliere studenti e studentesse in strutture didattiche e di ricerca che possano assicurare alti standard tecnologici e di innovazione. Siamo certi che queste scelte, oltre a fornire un contesto di studio e di crescita altamente qualificante, garantiranno a tutti i nostri iscritti e a tutte le nostre iscritte un immediato inserimento nel mondo del lavoro: è questo, come è noto, un elemento distintivo di Unimore da ormai diversi anni".
Alberto Greco