Sciopero Seta a Reggio Emilia, è il terzo in due mesi: “Siamo ai minimi storici, servizi a rischio”

Durerà tutta la giornata di venerdì 21 aprile e ci sarà un nuovo presidio davanti al Comune: “Altro che irresponsabili, solo la politica può fare qualcosa”

I sindacalisti proclamano sciopero per i dipendenti di Seta

I sindacalisti proclamano sciopero per i dipendenti di Seta

Reggio Emilia, 20 aprile 2023 – Cgil, Cisl e Uil hanno indetto un nuovo sciopero dei dipendenti Seta, il terzo dopo quelli del 17 febbraio e del 20 marzo. Stavolta durerà tutta la giornata e si ripeterà, al mattino, il presidio in piazza Prampolini: “Le relazioni industriali sono ai minimi storici – spiega Giuseppe Ranuccio di Filt Cgil – e servirebbe un dialogo a 360 gradi. Dopo la scorsa protesta, grazie al Comune abbiamo incontrato l’azienda il 13 aprile ma non ci sono stati progressi, evitano ogni confronto. Pensate che avevano promesso la tutela legale fino al terzo grado e di costituirsi parte civile poi, sul verbale, lo hanno omesso. Il management di Seta non è adeguato”.

I problemi sono in ogni ambito: “Assunzioni, salari, condizioni di lavoro. A giugno saranno messi a gara 5 lotti, ma chi se li aggiudicherà sarà pagato ancora meno di oggi, da 2,65 euro al chilometro a 2,42. Il rischio è di avere tanti casi Concord tour, cioè gestori che alzano bandiera banca, intere linee che saltano, lavoratori non pagati, studenti e residenti a piedi. La politica deve farsi parte in causa”

Mariastella Vannacci, segretaria di Uil trasporti Emilia, aggiunge: “L’azienda crea volutamente spaccature tra i lavoratori per cercare di dividerli e indebolirli. Ci sono tre regimi salariali, chi è assunto prima del 2012 non ha diritto ai buoni pasto, gli altri lo hanno e i nuovi assunti entrano con parametri di stipendio maggiori rispetto ai dipendenti più anziani visto che adesso c’è maggiore richiesta. Abbiamo chiesto di avviare un percorso per livellare – non verso il basso, ovviamente – ma Seta ha fatto orecchie da mercante”.

Vincenzo Miglino, segretario Faisal Cisal, è inviperito: “Ci hanno dato degli irresponsabili, ma noi ci siamo sempre a differenza di dirigenti strapagati che non si fanno mai vedere. L’azienda non vuole dare buoni pasto previsti dal CCNL ai 70 dipendenti più anziani, gente che ormai andrà in pensione (12 solo quest’anno), parliamo di 5,29 euro al giorno. Accetteremmo anche di riconoscerli solo a una parte del personale per quest’anno e a equiparare tutti dal 2024, ma non hanno aiutato nemmeno su questo”.

Francesco Fusco, della Cisl, ha altre emozioni: “Siamo molto dispiaciuti, non era mai successo di dover proclamare tre scioperi in due mesi. Chiediamo scusa alla comunità, sappiate che anche noi nel farlo rinunciamo a parte di uno stipendio già basso, però abbiamo bisogno di dignità. Fare l’autista oggi non è più un mestiere appetibile, si hanno responsabilità enormi davanti alla legge ma pochissimo rispetto da parte di Seta. Pensate che dieci colleghi sono passati ad Iren, oggi conviene più caricare della spazzatura che delle persone. Un mese fa c’è stato un accoltellamento a bordo e nessuno ha aiutato l’autista, perché dobbiamo essere trattati così?”.