ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Scrittore condannato "Diffamò l’ex sindaco"

Il ravennate Stella, autore di ’un saggio storico sulle atrocità partigiane’, dovrà risarcire i parenti di Amleto Paderni e pagare una multa di 10mila euro

Scrittore condannato "Diffamò l’ex sindaco"

di Alessandra Codeluppi

Un caso non solo giudiziario, ma condito anche da polemiche sulla fase più cruenta del Dopoguerra, i fatti del cosiddetto ‘Triangolo rosso’. All’esito del processo di primo grado, lo scrittore Gianfranco Stella è stato condannato per diffamazione verso lo scomparso Amleto Paderni, partigiano ed ex sindaco di Scandiano dal 1964 al 1972. Nel suo libro ‘Compagno mitra’, dedicato alle vittime dei partigiani, l’autore, originario di Russi (Ravenna), descrive Paderni come mandante dell’omicidio del medico di Arceto Luigi De Buoi, avvenuto nel maggio 1945. Il movente sarebbe stato il rifiuto, da parte del dottore, di compilare un certificato di esenzione dal servizio militare. Il processo a carico di Paderni iniziò, poi il governo proclamò l’amnistia: mentre i coimputati decisero di abbracciarla, Paderni la rifiutò e si sottopose al giudizio da cui, nel 1957, fu assolto "per non aver commesso il fatto". I familiari del partigiano hanno denunciato lo scrittore, poi la vedova e le due figlie si sono costituite parte civile attraverso l’avvocato Ernesto D’Andrea. Davanti al tribunale di Ravenna, il pm Marilù Gattelli, ritenendolo responsabile, aveva chiesto per Stella una pena pecuniaria di 15mila euro. Ieri il giudice Antonella Guidomei ha accolto la sua richiesta, disponendo una multa di 10mila euro, il risarcimento dei danni in sede civile e una provvisionale per i parenti di 5mila euro, oltre alle spese processuali e legali, con pena non sospesa.

La difesa, affidata all’avvocato Luca Tadolini, impugnerà la sentenza: "Si è trattato di una denuncia su cui vi è stato un grosso carico politico: basti pensare che Ermete Fiaccadori, presidente dell’Anpi, è sempre stato presente a tutte le udienze. In Appello chiederò la riapertura dell’istruttoria perché le mie domande a lui, sentito come testimone, non sono state in larga parte ammesse. In base ai documenti acquisiti da Mario Frigeri di Istoreco, lo scrittore è tuttora convinto della sua ricostruzione. La prima edizione del libro si fondava sugli atti di indagine, nella seconda aveva aggiunto che Paderni aveva rifiutato l’amnistia era stato assolto". L’avvocato D’Andrea aveva chiesto che, nel caso fosse disposta una pena detentiva, non venisse applicata la sospensione condizionale, in modo da indurre l’imputato a chiedere l’affidamento ai servizi sociali per evitare il carcere. Ma l’autore, a quanto pare, intende mantenere fede alla propria linea, tanto che ha già dato alle stampe un altro libro sulle stesse questioni, ‘A Praga senza ritorno’: "Buona parte dell’opera - spiega Tadolini - è dedicata alle storie dei partigiani reggiani che scapparono in Cecoslovacchia per evitare i processi".

L’avvocato D’Andrea parla di "sentenza unica" ed esprime soddisfazione pure perché il giudice non ha applicato la pena sospesa: "Paderni aveva rifiutato l’amnistia, venendo poi assolto: in questo caso la versione processuale coincide con quella che avrebbe dovuto essere riportata nel libro, perché lo scrittore non disponeva di altre fonti scientifiche che potessero smentire la sentenza". In sintonia anche l’Anpi: "Con questa sentenza viene smentito il preteso e sbandierato metodo scientifico che avrebbe permesso a Stella di giungere alla verità storica: non a caso lui aveva messo come sottotitolo ‘Saggio storico sulle atrocità partigiane’. Sono state accolte le ragioni dell’accusa per un libro che aveva la pretesa di riscrivere la storia senza adeguata documentazione e le necessarie prove".