Siccità Reggio Emilia, "È una crisi straordinaria, la diga va fatta in fretta"

Il presidente Cia Lorenzo Catellani: "L’agricoltura è a rischio default. Le tempistiche per la realizzazione sono lunghe, ora vanno velocizzate"

Reggio Emilia, 22 giugno 2022 - La siccità è un incubo e si cerca una soluzione guardando al futuro. Tra le varie ipotesi riemerge anche la proposta ormai secolare di realizzare una diga sul fiume Enza: la zona, infatti, rischia di rimanere senza acqua nelle prossime settimane e gli imprenditori agricoli sono estremamente preoccupati.

La Confederazione italiana agricoltori (Cia) di Reggio ha riportato l’attenzione sul progetto della costruzione dell’invaso, chiedendo un’accelerazione dei lavori. Il presidente, Lorenzo Catellani, sottolinea, infatti, la gravità della situazione.

Siccità in Emilia Romagna: per ora niente razionamenti d'acqua

"Ci troviamo di fronte ad una crisi straordinaria. Ora più che mai la necessità di avere un invaso sull’Enza non è differibile. La Bonifica sta cercando ovviamente di fornire a tutti gli agricoltori il servizio di irrigazione, ma dobbiamo essere consapevoli del rischio che corriamo, ossia un default totale delle colture estive".

Di questa diga se ne parla tuttavia da diversi anni...

"In passato ci sono stati numerosi studi sulla fattibilità del progetto, ma i lavori sono sempre stati interrotti. Nel 2016 era iniziato un ragionamento che aveva portato all’insediamento di un tavolo tecnico con il coinvolgimento di Cia, delle altre associazioni agricole, delle amministrazioni pubbliche per riproporre la costruzione di un invaso. Questo ha portato anche alla concessione di un finanziamento ministeriale che ancora non è però pervenuto. Ciò che chiediamo è che queste risorse arrivino il prima possibile. Il clima sta cambiando e servono risposte urgenti".

Di che cifra parliamo?

"Tre milioni e mezzo per lo studio di fattibilità. Il tavolo aveva portato alla certificazione del fabbisogno d’acqua e questo aveva permesso la richiesta di finanziamento".

A quale altezza verrebbe costruita la diga?

"Lo studio di fattibilità dovrà valutare questi aspetti. Ciò che a noi preme è dare il via alle valutazioni. L’invaso verrebbe costruito sull’Enza perché legata ai prati stabili, per i foraggi di eccellenza e la produzione del Parmigiano Reggiano. L’esigenza d’acqua in Val d’Enza è stata sempre molto sentita e non solo per uso agricolo. Per questo chiediamo un invaso che dia risposte non solo per il nostro settore ma anche per gli altri usi".

Nel progetto verrebbero coinvolte le acque del Po?

"No, c’è troppo dislivello e le acque del Po non arriverebbero in Val d’Enza a meno di un sistema di pompe. Servono strutture dedicate, e se prima ci si serviva di pozzi e dello sbarramento a Cerezzola, ora questo invaso è fondamentale".

Una diga del genere, però, non si costruisce in un giorno...

"La tempistica dello studio di fattibilità sarebbe di cinque anni. I tempi, però, vanno accorciati. Lo studio è stato affidato dalla Regione alla Bonifica che è in attesa del finanziamento: tutto l’iter va velocizzato, così come la costruzione dell’invaso".