
La sede della Rems di Reggio in via Montessori
"Ad oggi, l’Ausl di Reggio Emilia da sola non è in grado di garantire la sicurezza dei propri lavoratori con misure risolutive ed immediate". È quanto sottolineano Gaetano Merlino ed Emanuele Stavolo rappresentanti delle segreterie Funzione Pubblica, rispettivamente di Cgil e Uil, all’indomani dell’incontro, annunciato nei giorni scorsi, con i vertici dell’Ausl Reggiana. Un incontro che ha avuto al centro la situazione della sanità reggiana nella sua totalità, ma che ha lasciato ampio spazio al tema della sicurezza nei presidi sanitari, alla luce dei vari episodi di violenza verificatisi in estate, non ultimo quello avvenuto alla Rems di Reggio, una decina di giorni fa. "Un punto (quella del non riuscire a garantire la sicurezza autonomamente, ndr) che è emerso anche nel corso dell’incontro dove si è parlato di istituire dei corsi sulla descalation degli eventi, auto difesa o piccole modifiche strutturali: è stata però palese la difficoltà di trovare soluzioni realmente efficaci volte a salvaguardare l’incolumità degli operatori" aggiungono Merlino e Stavolo. Che ribadiscono la necessità di un tavolo allargato a tutti gli attori in campo, "da convocarsi con la massima urgenza", concludono i sindacati.
Sempre riguardo alla Rems, il consigliere regionale Federico Amico rimarca come: "Sarebbe importante accanto al tema della sicurezza sul quale, proprio la settimana scorsa ho interrogato la giunta regionale, allargare il dibattito fino a quello dell’Articolazione per il Trattamento della Salute Mentale ospitata nel carcere della Pulce, a Reggio, dove vive ancora, suo malgrado un ultimo Opg di fatto che accoglie detenuti psichiatrici da tutta Italia. Esistono queste sacche trascurate e tralasciate che finiscono per rendere nulle le intenzioni di cura, diventando terreno fertile per il peggioramento delle patologie dei ristretti".