Silk-Faw, sette inviti per disegnare la sede Tra loro anche l’architetto del People Mover

Nessuno studio reggiano, ma tutti di altissimo profilo. Alcuni di loro hanno lavorato al Colosseo, al quartiere Lavazza e a Brera. Il concorso sarà gestito da Carlo Quintelli, professore ordinario di Composizione Architettonica all’Università di Parma

Migration

Daniele

Petrone

Silk-Faw scalda i motori e si affida al genio di sette tra i migliori studi di architettura d’Italia per erigere lo stabilimento produttivo dell’hypercar elettrica a Gavassa. La joint-venture sino-americana lancia così il concorso che "ha l’obiettivo – si legge nella nota stampa diffusa ieri – di individuare le migliori idee progettuali affinché l’intervento sia concepito attraverso i criteri di un’alta qualità ambientale e paesaggistica caratterizzante il contesto emiliano, al tempo stesso interpretando il design creato da Walter De Silva", l’archistar che ha ideato il telaio delle lussuose vetture sportive da produrre. E ancora: "Innovazione, estetica e sostenibilità non saranno solamente i tratti distintivi delle auto, ma anche il Dna strutturale dell’impianto dove saranno prodotte. Sono sette gli studi di architettura invitati a partecipare, con esperienza e prospettiva globale, ma allo stesso tempo capaci di cogliere gli aspetti di italianità per esprimere al meglio lo spirito della Motor Valley".

I concorrenti "sono stati scelti sulla base delle competenze tecniche e di un track record di successo", spiegano i cinesi-americani. L’annuncio del progetto vincitore è previsto per metà giugno prossimo al Tecnopolo di Reggio.

Chi sono le ‘magnifiche sette’? In primis Iosa Ghini Associati, studio bolognese che nella città felsinea ha realizzato il ‘People Mover’, il cosiddetto ‘Marconi Express’. Che sfiderà lo studio romano Labics che nella Capitale ha vinto il progetto per la ristrutturazione dell’arena del Colosseo. A dare battaglia anche due studi milanesi: Cino Zucchi Architects di Milano – che ha messo il proprio sigillo sul quartier generale della Lavazza a Torino, vincendo per questo il premio architettura 2020 – e Piuarc che ha realizzato nel 2016 ‘l’orto cinetico sul tetto’ a Brera. E poi ancora Peluffo&Partners (con sede ad Albissola Marina di Savona) che sta curando il moderno ‘waterfront’ a Taranto. E infine il friulano Geza Studio che nel curriculum vanta la Casa della Musica di Udine ed Elastico Farm (Chieri, Torino) che nel torinese ha sviluppato la ‘Yuppi Ranch House’, una vera e propria opera di landscape.

Il concorso sarà gestito da Carlo Quintelli, professore ordinario di Composizione Architettonica all’Università di Parma. Stride un po’ che non vi sia alcun studio reggiano e solamente uno in tutta la regione. Decisione di Silk-Faw – lecita dato che si tratta di un investimento privato – e sulla quale il Comune non ha avuto potere. Silk-Faw punta ad avere uno stabilimento avveniristico di grande esempio sostenibile. E lo dice a chiare lettere nel comunicato snocciolando i requisiti da rispettare: "innovazione tecnologica e avanguardia digitale da un lato, eccellenza artigianale, qualità e genio creativo con ricerca di design dall’altro, nel mondo automotive". E lo spiega pure il presidente di Silk-Faw, Jonathan Krane: "Questa iniziativa rappresenta la perfetta sintesi del nostro approccio aperto all’innovazione, basato sulla condivisione delle informazioni e sulla ricerca dei migliori talenti. Intendiamo far leva sulle competenze di un ecosistema di successo come quello della Motor Valley emiliana per realizzare un centro produttivo e di innovazione che si integri i maniera armonica sul territorio e che ne esalti le caratteristiche".

Soddisfatto anche il vicesindaco del Comune di Reggio, Alex Pratissoli: "Valutiamo con favore l’attenzione che il concorso darà a edifici altamente tecnologici e poco energivori, in grado di compensare il proprio fabbisogno integralmente con fonti rinnovabili. Soluzioni architettoniche che dovranno al contempo offrire un elevato comfort ai lavoratori e rappresentare al meglio lo spirito innovativo dell’investimento che caratterizzerà fortemente l’area produttiva ecologicamente attrezzata di Prato-Gavassa come cluster dell’economia verde".