
Il Collettivo Ecosistemico Reggiano denuncia l'abuso e la distruzione del verde pubblico e privato, evidenziando la mancanza di rispetto per la natura e la mancanza di regolamenti adeguati.
"Chi ha sensibilità per la bellezza e per la vita, la vita in ogni sua forma, non ne può più! Ovunque si posi l’occhio non si vedono che abomini, insensate aggressioni al patrimonio verde, sia esso costituito da alberi, siepi o prati. Per non dire di quello che accade nei boschi o lungo le rive dei corsi d’acqua".
Il Collettivo Ecosistemico Reggiano cita uno tra i giardinieri più famosi d’Italia, Ippolito Pizzetti: ’Mi appaiono letteralmente come una pena che sempre più mi ferisce tutti quei viali o quelle strade dove le forme naturali ed individuali della pianta vengono di continuo avvilite costrette mutilate e deformate da potature o incongrue forzature dentro spazi che non appartengono loro’".
"Le citazioni di questo tipo – dice il Collettivo – potrebbero continuare a lungo, segno che una cultura diversa del verde c’è, ma non la si ascolta, si preferisce continuare a sentirsi al di sopra di tutto, coltivando una mentalità a dir poco primitiva. Non c’è scorcio che sia privo di interventi maldestri, i cui effetti si ripercuotono sulla collettività, interventi perpetrati da aziende o singoli soggetti privi di scrupoli e di adeguato livello tecnico, figuriamoci etico! Agiscono nella zona grigia di regolamenti comunali spesso obsoleti e del tutto inadeguati alle concezioni innovative con cui si guarda oggi al mondo vegetale, concezioni che negli ultimi anni sono state sostanziate da un’infinità di ricerche. Il tutto in un clima di incondizionata libertà, perché non esiste sorveglianza, e ogni denuncia non arriva certo da chi dovrebbe vigilare: gli amministratori, bensì da dai cittadini esasperati.
Ambienti agricoli e urbani, parchi pubblici e giardini privati, sembra non esista centimetro quadrato di suolo, specchio d’acqua, fascia ripariale, macchia arbustiva, prato, chioma, radice, al riparo da vere e proprie azioni vandaliche diffusamente richieste e ben retribuite!".