Stabilimento chiuso. Gruppo Romani replica:: "Il presidio è strumentale"

Il presidente del colosso di Casalgrande: "Abbiamo proposto misure per mitigare il disagio per i lavoratori di Roteglia che si trasferiranno".

Stabilimento chiuso. Gruppo Romani replica:: "Il presidio è strumentale"

Stabilimento chiuso. Gruppo Romani replica:: "Il presidio è strumentale"

"Qualificate misure volte a mitigare il disagio che deriverà ai lavoratori di Roteglia". È quanto sostiene di aver proposto ai tavoli sindacali il Gruppo Romani Spa, il colosso della ceramica industriale con sede a Casalgrande che, come svelato dal Carlino, chiuderà lo stabilimento attivo a Roteglia e trasferirà i dipendenti in quello acquisito a Rubiera. Giovedì mattina la Filctem-Cgil ha convocato un presidio davanti ai cancelli della sede di Casalgrande. I sindacati chiedono la compensazione tra la cassa integrazione prevista e lo stipendio. Un braccio di ferro che secondo il gruppo industriale di proprietà della famiglia Romani, "appare solo strumentalmente finalizzato ad alimentare un clima di conflittualità".

A spiegare le ragioni della stessa azienda è il presidente Giorgio Romani: "Gruppo Romani Spa ha investito negli ultimi anni oltre 50 milioni di euro per realizzare fabbriche sempre più competitive e sostenibili, in grado di garantire i migliori standard in materia di salute e di sicurezza sul lavoro – premette il numero uno del Gruppo – L’azienda occupa complessivamente 420 lavoratori, assunti quasi esclusivamente con contatto a tempo indeterminato. A tutti i dipendenti vengono inoltre riconosciuti due livelli retributivi derivanti dal Ccnl di settore e da una consolidata prassi di contrattazione aziendale".

Ed ecco invece quali sono i cambiamenti in vista: "Il nuovo percorso di investimento, presentato ai sindacati ed alle rappresentanze dei lavoratori il 12 febbraio scorso, del valore di circa 6 milioni di euro, consentirà la salvaguardia di tutti i posti di lavoro, coerentemente con quanto previsto dal Patto Regionale per il Lavoro e il Clima. Si prevede, in particolare, il trasferimento di tutti gli impianti di Roteglia nell’unità produttiva di Rubiera che sarà, a sua volta, oggetto di rilevanti interventi impiantistici ed edili. La nuova riorganizzazione sarà realizzata in tempi molto rapidi: inizierà i primi di giugno e si concluderà, al più tardi, entro la fine del mese di settembre. L’intervento della cassa integrazione sarà pertanto limitato a tale periodo".

Quattro mesi circa quindi, ma con la piena garanzia occupazionale per tutti i lavoratori trasferiti. Non viene precisato invece il destino dello stabilimento di Roteglia e il motivo di questo cambio di sede.

"Nel corso dei quattro incontri sindacali che si sono svolti da febbraio ad oggi – continua il presidente – a distanza di circa tre settimane l’uno dall’altro, Gruppo Romani ha proposto qualificate misure volte a mitigare il disagio che deriverà ai lavoratori di Roteglia in ragione del mutamento della sede di lavoro, in linea peraltro con quanto pacificamente concordato con la stessa Filctem Cgil in occasione di analoghe procedure. Il presidio indetto dal sindacato rappresenta una discontinuità con le costruttive relazioni industriali che hanno accompagnato negli ultimi dieci anni tutti gli investimenti realizzati da Gruppo Romani e appare, quindi, solo strumentalmente finalizzato ad alimentare un clima di conflittualità".

Saverio Migliari