Reggio Emilia, la stalker delle 5mila telefonate: "Chiedo scusa, ma anche lui mi chiamava"

L ’accusata in aula punta il dito contro il comportamento ambiguo dell’uomo. Depositati gli screenshot dei messaggi: "Mi scriveva che voleva fare l’amore"

La giudice Sarah Iusto

La giudice Sarah Iusto

Reggio Emilia, 28 gennaio 2023 – ”Chiedo scusa, ho esagerato e ho sbagliato. Ma lui mi istigava e mi stuzzicava...". Sono le parole che ha riferito in aula, la 39enne finita in manette con l’accusa di 612 bis: stalking. Il caso è un’eccezione che fa specie nella piaga della violenza di genere, preponderantemente maschile.

La ragazza ha trascorso la notte tra giovedì e venerdì ai domiciliari, nella sua abitazione di Fiorano Modenese. Ieri mattina, i carabinieri l’hanno portata in tribunale per l’udienza di convalida. E qui ha voluto rendere spontanee dichiarazioni e fornire la sua versione dei fatti alla pm Isabella Chiesi (ieri sostituita da un viceprocuratore onorario) titolare del fascicolo d’inchiesta e al giudice Sarah Iusto.

“Sono dispiaciuta di quello che è successo – ha spiegato – So che non avrei dovuto trasgredire, avendo già ricevuto un ammonimento. Ma il comportamento di lui è stato molto ambiguo".

La ragazza si è detta innamorata dell’uomo (forse sbagliato) molto più grande di lei e proprio non capisce perché la loro relazione, durata solo pochi mesi, si sia interrotta. Lei è arrivata persino a minacciarlo di morte. "Ero accecata dalla rabbia, non erano minacce circostanziate", ha detto in sintesi.

L’avvocato difensore Maurizio Attolini (nominato d’ufficio) ha depositato agli atti, numerosi screenshot riportanti le chat che i due si scambiavano. Una mossa volta ad ammorbidire la posizione della donna, in vista del processo. E a supportare la tesi difensiva secondo la quale lei sarebbe stata provocata. "Ti voglio vedere, facciamo l’amore", uno dei tanti messaggi – spiega il legale – che lui le mandava a novembre, un mese e mezzo prima della denuncia che ha portato al provvedimento di ammonimento. Inoltre, la donna contesta pure il frangente che l’ha portata a far scattare le manette ai suoi polsi. "È lui che mi ha chiesto di andare a casa sua, tant’è che mi ha ha perto lui la porta...". Poi però l’uomo ha chiamato i carabinieri.

I due si conoscevano da un annetto, ma solo per qualche mese si sono frequentati. Lei avrebbe voluto una relazione seria, stabile e duratura. Per lui forse era solo divertimento oppure si è accorto che il carattere – come descritto anche nelle denunce – troppo ossessivo di lei nei suoi confronti, lo avrebbe portato a troncare il loro legame.

La procura aveva chiesto i domiciliari in attesa del processo, mentre la difesa si era rimessa a giustizia per l’arresto, chiedendo però una misura meno afflittiva e i termini a difesa, poi concessi ("Molto probabilmente opteremo per l’abbreviato, ma decideremo sul da farsi", ha detto Attolini), col processo fissato per il prossimo 17 febbraio.

Dopo una breve camera di consiglio, il giudice Sarah Iusto ha deciso di confermare l’arresto e di accogliere parzialmente l’istanza del difensore; la donna potrà tornare a piede libero, ma dovrà rispettare il divieto di avvicinamento verso l’ex compagno, stando ad una distanza di almeno cinquecento metri dai luoghi frequentati dalla vittima. E soprattutto, il divieto assoluto di comunicare con lui, con ogni mezzo. Qualora non dovesse ottemperare, stavolta rischierebbe il carcere.