Terremoto giudiziario in Iren. Arrestato l’ad Paolo Signorini. La multiservizi oscilla in Borsa

Il manager in carcere per corruzione: la vicenda è legata però solo alla sua esperienza al Porto di Genova. La società gli revoca le deleghe e le redistribuisce al presidente Dal Fabbro e al vice reggiano Ferretti.

Terremoto giudiziario in Iren. Arrestato l’ad Paolo Signorini. La multiservizi oscilla in Borsa

Terremoto giudiziario in Iren. Arrestato l’ad Paolo Signorini. La multiservizi oscilla in Borsa

Un terremoto giudiziario che da Genova arriva come uno tsunami anche a Reggio, travolgendo Iren. L’amministratore delegato della multiservizi Paolo Emilio Signorini è finito in manette e si trova in carcere con la pesantissima accuse di corruzione per una vicenda che ha portato agli arresti domiciliari – tra gli altri – anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e all’imprenditore terminalista portuale Aldo Spinelli (noto anche per essere stato il patron di Genoa e Livorno calcio).

L’inchiesta della procura della città della Lanterna – ed è bene evidenziarlo – vede totalmente estranea ai fatti Iren. Le contestazioni a Signorini (tutti i dettagli dell’indagine si possono leggere nelle pagine del nostro Qn) risalgono al 2022 e 2023 quando ricopriva il ruolo di presidente dell’Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale.

Ma le ripercussioni indirette sono state palpabili fin dal mattino, quando la notizia dell’arresto è stata diffusa. Il titolo di Iren infatti è crollato in Borsa al -7% per poi riprendersi dalla sbandata nel corso della giornata chiudendo il mercato a Piazza Affari in rialzo, attestandosi al -2,65% (1,84 euro per azione).

La multiutility è corsa subito ai ripari. In tarda mattinata dapprima ha diramato una nota stamoa: "I reati contestati e riportati nel comunicato stampa della Procura della Repubblica di Genova sono riferiti al suo precedente ruolo di Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale e non riguarderebbero quindi Iren. Il Gruppo ha già attivato le procedure necessarie a garantire da subito piena continuità aziendale". Poi ha convocato in via d’urgenza un consiglio d’amministrazione per revocare le deleghe di Signorini e redistribuirle internamente agli altri componenti della governance: "Il Cda – si legge nella nota – nel prendere atto dell’oggettiva impossibilità temporanea da parte dell’amministratore delegato di esercitare le proprie deleghe e con l’obiettivo di assicurare stabilità e continuità alla gestione aziendale, ha attivato quanto previsto dal contingency plan interno al Gruppo e ha deliberato di revocare temporaneamente le deleghe all’Ad, assegnandole agli altri due organi delegati". Una decisione presa per "garantire la continuità operativa aziendale".

Di fatto, le deleghe di Signorini andranno al presidente Luca Dal Fabbro e al vice presidente Moris Ferretti (quota reggiana del Cda). Nel dettaglio a Dal Fabbro, oltre alle deleghe attuali - Comunicazione, Relazioni Esterne e Public Affairs, Associazioni, Internazionalizzazione e Progetti Strategici, Affari Regolatori, Permitting, Innovazione, Finanza e Investor relations; Segreteria Societaria e M&A, sono state affidate le Business Unit Ambiente, Energia, Mercato, Reti, Affari Legali, Energy Management e Amministrazione, Pianificazione e Controllo. Al vicepresidente Ferretti, che aveva le deleghe Affari Societari, Corporate Social Responsibility e Comitati Territoriali, Internal Audit e Compliance e Personale e Organizzazione, andranno invece quelle in Approvvigionamenti, Logistica e Servizi, Tecnologie e Sistemi informativi e Risk Management.

Daniele Petrone