Una carica di cani per Saman Il papà sparito da Facebook

Proseguono le ricerce del corpo di Saman, da domani impegnati anche sette animali della ’Detection Dogs Ticino’, addestrati per trovare i corpi umani

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di Alessandra Codeluppi

Ora Shabbar Abbas, il padre di Saman, è sparito anche da Facebook. L’uomo, fuggito in Pakistan il primo maggio insieme alla moglie Nazia Shaheen, aveva aperto una pagina sul social network che aggiornava di frequente. L’ultimo video, da lui pubblicato dopo il suo arrivo nel Paese asiatico e poi cancellato, riguardava una cerimonia, da alcuni erroneamente interpretata come un funerale senza il morto. Da maggio, quando la sparizione della figlia 18enne è diventata oggetto di un’inchiesta balzata all’attenzione nazionale, la pagina Facebook del 44enne si era riempita di numerosi commenti di condanna verso di lui e la sua famiglia. Il 44enne, quand’era già arrivato in Pakistan, aveva risposto a una chiamata del Carlino annunciando che sarebbe rientrato il 10 giugno, promessa disattesa, e poi si è del tutto inabissato, tanto che neppure il suo avvocato Simone Servillo, nonostante gli sforzi profusi attraverso vari canali, è mai riuscito a contattarlo. Intanto ieri sono proseguiti i controlli nelle serre dell’azienda agricola ‘Le Valli’ di Novellara, dove si cerca il cadavere di Saman. Al termine del lavoro preparatorio dei giorni scorsi sul terreno attraverso i carotaggi - i militari aprono fori per facilitare il fiuto dei cani specializzati - da domani mattina e fino a domenica entreranno in azione i cani della ‘Detection Dogs Ticino’, che si affiancheranno al nucleo cinofilo dei carabinieri di Bologna. L’associazione di volontari, che si occupa della formazione di cani per la ricerca di sostanze, impiegherà sette cani di varie razze, addestrati esclusivamente per percepire tracce ematiche e resti umani. Con loro si coprirà tutta l’area dell’azienda e in particolare alcune decine di serre più a ridosso del casolare principale dove sono stati praticati i carotaggi. Il Comune di Novellara ha offerto vitto e alloggio alla spedizione. A partire da oggi si userà di nuovo anche l’elettromagnetometro - strumento che può rilevare oggetti nel sottosuolo fino a una profondità di cinque metri - il cui dispiego sarà monitorato anche dai carabinieri reggiani e del quinto Reggimento mobile Emilia Romagna. In questi giorni si è cominciato in parte a scoperchiare dai teloni di plastica le serre. "Siamo entrati già da quindici giorni nella piena fase di raccolta delle nostre angurie reggiane Igp - racconta il titolare delle ‘Valli’ Ivan Bartoli -. Stiamo continuando a lavorare mentre anche i carabinieri svolgono l’attività di ricerca. Noi siamo a disposizione e diamo il nostro supporto". Sono in tutto 350 le serre, di cui "un centinaio dietro l’azienda e altre verso Campagnola e a 500 metri di distanza". Attività agricola e investigativa convivono: "All’inizio le nostre vendite erano calate, perché i clienti apparivano intimoriti dalla presenza di carabinieri e giornalisti. Da dieci giorni va meglio: la gente viene, compra e ci chiede sempre aggiornamenti".