"Venti burocrati lasciati a casa Pratiche d’immigrazione bloccate"

Il caso dei "respinti" esplode anche a Reggio: non rinnovato il contratto agli interinali di questura e prefettura. L’allarme dei sindacati: "Sottorganico e precariato spaventosi negli uffici pubblici". Giovedì incontro al Ministero

"Venti burocrati lasciati a casa  Pratiche d’immigrazione bloccate"

"Venti burocrati lasciati a casa Pratiche d’immigrazione bloccate"

Si definiscono "i respinti". Sono una ventina di lavoratori interinali di prefettura e questura lasciati a casa, dopo che il loro contratto è scaduto a fine 2022. Il rischio ora è che le pratiche relative all’accoglienza diventino pile alte sulle scrivanie, con ritardi su ritardi. Una situazione non solo reggiana – nella nostra città sono coinvolte le agenzie G-Group e ManPower – ma nazionale: il Ministero dell’Interno non ha infatti rinnovato 1.200 lavoratori, precari ma essenziali, negli uffici immigrazione di prefettura e questura. "Sono a rischio ben duecentomila pratiche di emersione e regolarizzazione delle persone migranti in tutta Italia", fanno sapere i sindacati. "Se il Governo non ci mette i soldi si crea un pesante disservizio – chiosa il leader della Cgil reggiana, Cristian Sesena – Non c’è personale e la mole di lavoro riguardo a diverse funzioni è imponente. C’è un sottorganico allarmante negli uffici pubblici, non solo in questura e prefettura, ma anche in Procura". Martedì ci sarà un sit-in di protesta a Roma, dove si affronterà il tema in attesa che giovedì i sindacati uniti incontreranno una delegazione del Ministero al Viminale per trovare un accordo.

"Ero stata assunta a tempo determinato come interinale nel marzo 2021 – racconta uno dei dieci lavoratori della prefettura ai quali è scaduto il contratto – Siamo stati presi in particolare per il bando dell’emersione (regolarizzazione dei rapporti di lavoro, ndr) a fronte di 3.600 pratiche pervenute da domanda. A Reggio ne abbiamo espletate il 95%, ma ci sarebbe ancora da finire il lavoro. E poi comunque ci sono da gestire le pratiche di ricorso". ll lavoratore – che tiene all’anonimato perché spera di rientrare a breve nelle sue mansioni – racconta poi che "dava una mano in tutte le altre aree proprio per la carenza di organico. I dipendenti ministeriali sono pochi e non riescono a fronteggiare il lavoro amministrativo con quello allo sportello".

E aggiunge: "Ovvio che il cambio di Governo non ha aiutato, è cambiato il capo di dipartimento e hanno rivalutato tutto. Nel precedente mandato, c’era una volontà politica di rinnovare i nostri contratti. I fondi sono stati messi a bilancio, speriamo che esca un nuovo bando oppure chiediamo che venga indetto un concorso pubblico per le assunzioni in pianta stabile". Infine ci tiene a dire come "i sindacati stiano facendo un ottimo lavoro, facendosi sentire nelle sedi opportune. Inoltre anche il prefetto Iolanda Rolli, che vorreiringraziare, si è impegnata e spesso ha ribadito quanto il nostro lavoro sia fondamentale. Cosa possono causare i ritardi delle pratiche? I ricorsi per inadempienza da parte della pubblica amministrazione. C’è un importante arretrato soprattutto per le richieste di cittadinanza e di ricongiungimenti familiari. Entro due anni va data loro risposta".

Daniele Petrone