Martina Grasselli Coliac: "Le mie scarpe gioiello ispirate alle donne forti"

La stilista e designer reggiana, classe 1981, ha studiato a Milano e a Parigi "Decoro tutti gli oggetti della vita quotidiana, anche gli Air Pod"

Martina Grasselli Coliac

Martina Grasselli Coliac

Reggio Emilia, 20 febbraio 2023 – In principio fu il gioiello. Un mondo fantastico e famigliare, in cui Martina Grasselli Coliac, nata a Reggio nel 1981, si muoveva in completa libertà cogliendone emozioni e una promessa di futuro. Dopo una laurea in Design Tessile alla Naba di Milano, Martina è volata a Parigi alla Duperré Fashion School, con una forte ambizione, creare un’etichetta di gioielli. Da cui ha avuto origine la svolta creativa della sua vita.

Martina, quando si sviluppa in lei la passione per il design?

"Credo fin da subito, da quando ho capito che avrei voluto fare la creativa. Sono stata una bambina molto curiosa, nata in una famiglia di artisti e collezionisti, quindi circondata da libri, oggetti di design…Questo ha aiutato notevolmente, poi è diventata quasi una malattia. La voglia di viaggiare poi si è fatta sempre più insistente, un bisogno da quando ho capito che alimenta il mio processo creativo".

Lei è stata ispirata da donne forti nella sua famiglia. Da da dove viene il suo cognome?

"Il brand Coliac trae origine dal cognome di mia nonna materna, ultima discendente di una nobile famiglia di origine francese, vissuta a cavallo tra Ottocento e Novecento. La mia è una famiglia matriarcale, di donne forti e amanti del bello. Non potevo che ispirarmi a loro quando ho deciso di fondare il marchio. Crescendo con loro ho sviluppato questa ricerca e ‘ossessione’ per il design, ma sopratutto per il decoro, il gioiello. Ho voluto, almeno concettualmente, dare continuità alla loro storia".

L’apprendistato da Christian Louboutin, Jean-Paul Gaultier e altri brand di lusso, e l’esperienza di donna–prodotto presso Stella McCartney. Che cosa le hanno insegnato?

"Il primo stage l’ho fatto per McCartney, dividendomi tra Milano e Bergamo e partecipando alle sfilate di Parigi. Un periodo di formazione molto importante, perché seguivo interamente lo sviluppo del prodotto, dal disegno alla scelta dei materiali, al prodotto finito. Poi mi sono misurata in altre importanti collaborazioni con Chanel, Jean Paul Gaultier, Louboutin. E lavorando per altri marchi ho capito che volevo creare qualcosa di mio, che poteva farmi esprimere liberamente".

Caratterizzante è la sua passione per i gioielli, venuti prima delle scarpe. Com’è avvenuto il passaggio, dai gioielli alle scarpe?

"Il brand Coliac nasce del 2010, inizialmente come marchio di bijoux e nel 2014 come marchio di scarpe/gioiello. L’ispirazione nasce dall’arte. Non volevo limitarmi al bijou, ho sempre avuto ben chiara l’idea di estetica della donna Coliac e il suo total look. Dopo un viaggio a Shanghai, in un periodo non felicissimo, mi è venuta una folgorazione, e tornata in Italia decido di fare il primo prototipo di una scarpa che poi sarebbe diventata Best Seller delle collezioni".

Che cosa le aveva detto Franca Sozzani?

"Quando ho partecipato a WhoIsOn Next, concorso indetto da Vogue e AltaRoma, ho preso la menzione speciale per l’innovazione sulle scarpe. Franca Sozzani mi ha suggerito di continuare con le scarpe perché, a detta sua, uniche e speciali. Ho seguito il consiglio ed eccoci qui".

Lei combina varie influenze, con applicazioni gioiello, un po’ un unicum nella moda delle calzature. Com’è riuscita a imporre il suo stile?

"A parte devozione e duro lavoro, è stato tutto molto spontaneo e sincero. Ho fatto sempre tutto ciò che mi veniva in mente senza pensare alle tendenze del mercato e mode passeggere. Mi è venuto spontaneo ingioiellare la scarpa, considerandola una tela bianca. Ho scelto la scarpa bassa perché la considero un gioco da decorare e trovo che il look androgino sulla donna sia molto raffinato".

Il brand si è esteso anche a vestiti e borse?

"Sì, ho creato delle capsule di abbigliamento, gioielli e borse che sono andate benissimo e sono state distribuite nei migliori negozi del mondo".

Scarpe di lusso 100% made in Italy, fatte da donne per le donne, con un elevato know-how e innovazione continua. Come si mantiene lo standard?

"Una volta che ci si posiziona in determinati department e boutique con un prezzo lusso, è normale mantenere quello standard. Facciamo ricerca dal punto di vista tecnico e qualitativo e usiamo sempre materiali italiani elevati".

Ci descrive Fernanda, il suo modello iconico?

"Fernanda è una derby maschile dalla forma molto contemporanea, che al posto dei lacci ha dei piercing realizzati in metallo con strass e perle. È diventata una scarpa iconica perché portabile dalla mattina alla sera, quindi di utilizzo facile ma unica per stile, molto riconoscibile e dalla forte personalità".

Che ci dice dei Coliac–Pod, accessori da abbinare agli auricolari, ormai nostro strumento quotidiano? Un’avventura nuova?

"Esatto. Tendo a ingioiellare tutto, mancavano giusto gli Air Pod. Durante la pandemia, quando tutti lavoravamo facendo delle call, mi è venuto in mente di abbellire gli auricolari dando a questi oggetti una connotazione Coliac, quindi piercing, perle e strass che come charms decorano ‘tipo orecchini’ anche questi oggetti di vita quotidiana".