Nuove caldaie, cosa cambia dopo la stretta sui gas dell’Europa

A rischio l’export di pompe di calore. Montanini (direttore normative di Immergas): così si favorisce chi lavora con meno regole

Brescello (Reggio Emilia9, 22 ottobre 2023 – Le nuove norme sull’uso dei gas fluorurari rischiano di provocare forti contraccolpi negativi sull’export delle pompe di calore fuori dal mercato europeo. Il dibattito sugli F-gas, che si vorrebbero eliminare in quanto ritenuti inquinanti, tiene in ansia molti produttori europei.

Alberto Montanini di Immergas
Alberto Montanini di Immergas

Per i condizionatori domestici, ad esempio, si prevede l’obbligo di usare solo gas sintetici, meno impattanti sull’ambiente, per poi passare esclusivamente a gas naturali.

Nel quartier generale di Immergas, a Lentigione di Brescello, si stanno studiando le strategie per far fronte alla situazione, in una delle aziende leader a livello mondiale in riscaldamento e climatizzazione.

Alberto Montanini, direttore normative e rapporti associativi di Immergas, quali contromisure state adottando?

"Non siamo preoccupati dal cambiamento, specie se con soluzioni a favore dell’ambiente. Siamo invece preoccupati dal cambiamento troppo accelerato, perché favorisce chi lavora con meno regole rispetto a noi. Abbiamo sistemi di protezione, macchine più sicure, lavoratori più tutelati. Chi opera in modo più "agile" è favorito in caso di cambiamento. Pensi che alcuni impianti da noi sostituiti, perché ormai non più a norma, sono stati col locati in altri Paesi, dove li usano regolarmente".

Il previsto cambiamento potrà servire a migliorare l’ambiente?

"Non è spostando l’inquinamento che risolviamo il problema. A cosa serve bloccare l’uso di certi tipo di gas per pompe di calore e condizionatori se poi nell’est del mondo si progettano e si costruiscono nuove centrali a carbone?"

Ma quali sono le prospettive, secondo voi?

"Se si punta a fluidi infiammabili, significa limitare le installazioni interne ai fabbricati. I tubi che attraversano le stanze hanno bisogno di adeguato volume per disperdere eventuali, piccole perdite di gas, inevitabili d ove ci sono valvole o giunture tra i tubi. Si può usare un apparecchio monoblocco, ma andrebbe installato all’esterno, con la necessità di tenerlo distante dalle pareti, dunque con uno spazio non indifferente a disposizione. Le nuove soluzioni sarebbero molto impattanti e pure costose, visto che andrebbero sostituite le tubazioni con tecniche particolari. La filiera italiana ed europea non è votata a questi nuovi sistemi. Inoltre, le caratteristiche architettoniche italiane non sono adatte a queste nuove macchine. Andrebbero cambiate molte situazioni. Il nuovo sistema rischia invece di provocare enormi danni alla filiera industriale italiana ed europea, con perdita di numerosi posti di lavoro".

Come vi state muovendo per fare fronte all’impatto delle nuove normative?

"Abbiamo una linea ben precisa. La nostra azienda non può essere competitiva nel settore dei prodotti di bassa qualità. Lasciamo questo settore ad altri. Noi puntiamo a un mercato che richiede prodotti qualificati, progettati con cura, di alto livello, con una manutenzione capillare che si basa su formazione, innovazione, intelligenza e capacità delle persone".

In quali Paesi rischiate di perdere quote di mercato?

"Forse nell’Europa dell’est, nell’area balcanica. Ma non credo che avremo problemi, invece, in quei Paesi dove c’è richiesta di tecnologia elevata e di prodotti di alto livello".