Castelnovo Monti, va in fiamme il fienile. Cane dà l’allarme e salva le case vicine

Indagano i carabinieri, non è esclusa nessuna ipotesi FOTO

L’intervento dei Vigili del Fuoco ha circoscritto l’incendio  a Maro (foto Baisi)

L’intervento dei Vigili del Fuoco ha circoscritto l’incendio a Maro (foto Baisi)

Castelnovo Monti (Reggio), 5 marzo 2015 - Oltre un centinaio di rotoballe distrutte da un incendio (foto) ieri notte a Maro, sulle pendici orientali della Pietra di Bismantova. Le cause del rogo sono al vaglio dei carabinieri della stazione di Castelnovo Monti, intervenuti sul posto con i vigili del fuoco del reparto castelnovese. I carabinieri hanno avviato le indagini e per ora non è esclusa nessuna ipotesi.

I danni ammontano a diverse migliaia di euro, tra la struttura e il fieno. Nessuna persona è stata coinvolta. Il fienile è in mezzo a un rione di case della frazione di Maro. Il fieno viene raccolto da alcuni nipoti del proprietario (Giuseppe Ferri, 80 anni), come spesso accade in montagna quando gli agricoltori chiudono l’azienda, e messo nel vecchio fienile tra le case. L’incendio è scoppiato in piena notte e, danni a parte, ha sconvolto tutta la gente del paese, soprattutto gli abitanti delle case vicine che, oltre alla paura, hanno trascorso la notte in bianco.

A dare l’allarme al 115 dei vigili del fuoco è stata Annamaria Ferri, che abita a pochi metri dall’edificio andato in fiamme. Ieri mattina, ancora in pigiama dopo una notte insonne e con tanta paura, ha detto: «Verso mezzanotte e mezzo sentivo abbaiare il cane del mio vicino in un modo strano. Mi sono alzata e ho visto il fuoco, c’erano già le fiamme alte. Grazie al cane Tom che si è messo ad abbaiare ci siamo accorti dell’incendio, altrimenti chissà dove avrebbero potuto arrivare le fiamme. Ho chiamato il 115 dei vigili del fuoco che sono arrivati poco dopo. Ho anche avvisato il vicino di casa e il proprietario del fienile che abita poco lontano. Avevamo paura che il rogo si estendesse alle case. Qui abitiamo noi e un’altra famiglia, poi c’è l’altra casa di fronte dove vengono soprattutto d’estate. L’autunno scorso mi ero rivolto all’Asl e all’Arpa facendo vedere alcune foto sul telefonino con i balloni nel cortile, chiedendo se era regolare o no. Non hanno dato peso alla cosa, si sono rimpallati la responsabilità ed è finita lì. Io ho sempre avuto timore che accadesse quello che è successo».

«Il fieno era di mio zio Giuseppe, ma adesso non c’è rimasto niente - dice Vincenzo Pompili -. Le cause dell’incendio? Bisogna chiederle ai tecnici, io non ne so nulla. È una vita che c’è questo fienile di mio zio, non è mai successo niente. E nel fienile non c’è corrente elettrica».