Mystfest Cattolica 2020, Carlo Lucarelli "Cerco i nuovi talenti dark"

Il giallista parla del suo ultimo libro e del contest di venerdì. "Ho trovato qualità e spunti nei testi dei giovani"

Carlo Lucarelli

Carlo Lucarelli

Cattolica (Rimini), 15 luglio 2020 - Venerdì 17, data scelta non a caso per gli amanti del mistero, in piazza del Tramonto a Cattolica si terrà uno speciale evento al calar del sole: l’anteprima del 47° premio GranGiallo città di Cattolica e il premio Andrea G.Pinketts (che poi si svolgerà dal 31 luglio al 2 agosto). Per l’occasione Carlo Lucarelli, presenterà il suo nuovo noir L’inverno più nero. 

Lucarelli, lei è in giuria nel contest del Mystfest, 134 lavori valutati con partecipanti da 18 regioni. Un occasione per riconoscere talenti o anche un modo di mettere in luce il proprio lato oscuro?  «Io credo che i concorsi siano una buona occasione per cominciare a concretizzare un sogno. Alla base c’è sempre la voglia di raccontare, magari uno ha tante idee in testa poi arriva l’occasione e mette dei punti. Ho trovato molta qualità e degli spunti molto belli, delle idee particolari che mi hanno entusiasmato e tanta voglia di intrigo». 

Lei torna con le avventure del suo commissario De Luca. Si tratta della sesta indagine ambientata negli ultimi giorni del fascismo. Che Italia era? «La fine del 44’ era tutto: emergenza sanitaria, fame, profughi, morte. L’ambientazione a Bologna e l’epoca storica, mi hanno aiutato a creare emozione e tensione». 

Se il suo commissario avesse potuto vivere questo tempo, che giallo ne sarebbe uscito?  «Magari avrebbe messo in scena meccanismi simili: leggi che si devono adeguare per l’emergenza continua, morti fuori casa, indagini sanitarie. Ma non è paragonabile la guerra a questa terribile vicenda. Altre dinamiche». 

A un anno dalla scomparsa di Camilleri... «Ho una sorta di felicità quando mi torna alla mente Camilleri. Io ho scritto con lui, ci ho lavorato e ho respirato la sua aria. Ma non credo di essere io quello che può raccogliere la sua eredità, a livello narrativo siamo in tanti ad aver preso la sua voglia di raccontare. La vivacità di Camilleri rimarrà unica». 

Una curiosità: tra i suoi antenati si scopre che c’è Meucci, l’inventore del telefono. «Bisnonno per via traverse, uno di famiglia, era un uomo avventuroso, magari un perdente perché non gli hanno dedicato neppure una statua». 

Nel libro il commissario dice: ’Ho guardato dalla parte sbagliata, anzi, non ho guardato proprio da nessuna parte e quando me ne sono accorto, era troppo tardi’. In questa emergenza per la cultura si è guardato altrove, o c’è un margine di recupero? «Un margine c’è. Di sicuro abbiamo guardato da un’altra parte perché altrimenti non avremmo avuto queste conseguenze disastrose. La cultura è rimasta ai margini perché abbiamo dato priorità all’economia. Al lavoro. Ma la cultura crea economia, crea lavoro. Pensiamoci».