Alluvione, la Riviera riparte: trecento interventi degli angeli in giallo

Gli oltre 200 volontari della Protezione civile stanno ultimando pulizia e messa in sicurezza dei fiumi. Da oggi si sposteranno su Cesena, Forlì, Faenza, Lugo

Rimini, 19 maggio 2023 – Un giorno da volontario, con compiti precisi, a coprire certe zone, a giocare generosi. Lì. Sempre lì, nel mezzo della catastrofe. Un giorno da volontario dopo il ciclone Minerva non finisce mai, dura 24 ore e comincia quando dalle sale operative dei territori arriva una segnalazione, il grido di aiuto di un cittadino colpito dall’alluvione o dalle frane. Da martedì è questo il ritmo che scandisce l’azione del corpo provinciale della Protezione civile sul territorio Riminese, con oltre duecento uomini impegnati, mossi da un eroico coraggio: oltre 300 interventi sono già stati compiuti in questi giorni di emergenza.

I volontari della protezione civile e l'alluvione a Rimini
I volontari della protezione civile e l'alluvione a Rimini

E’ ancora allerta meteo rossa / La nostra raccolta fondi / Nelle zone alluvionate mancano cibo e acqua

I volontari del cooridnamento provinciale, a cui si è aggiunta la colonna mobile del Veneto, della provincia di Parma e i volontari dei vigili del fuoco della provincia di Trento, non si muovono per caso. Come detto tutto inizia e passa dalle segnalazioni che arrivano alle sale operative. Qui nasce la scaletta di priorità giornaliera da coprire sul territorio, i punti nevralgici in cui mandare i ‘gli angeli in giallo’. Anche ieri, quando sotto una sottile pioggerella – quasi un palliativo rispetto a tre giorni fa – gli uomini della protezione civile hanno imbracciato le ultime idrovore calzando gli stivaloni di gomma per procedere spediti tra il fango con gli ultimi sgomberi di cantine allagate dall’acqua. Una lunga lista che ora dopo ora è andata a snellirsi. La situazione a Rimini infatti è cambiata. L’emergenza non è più la stessa e l’attività dei volontari virerà presto più verso altri territori.

Non prima di aver concluso il lavoro di quella che la Protezione civile definisce "fase due", ossia la pulizia necessaria per fare tornare tutti gli evacuati nelle rispettive case. A cui seguirà anche l’amara conta dei danni.

Oggi infatti lo sguardo dei volontari riminesi sarà volto a Cesena, Forlì, Faenza, Lugo, dove la situazione è ancora compromessa. Ma non prima di avere terminato il compito ‘a casa’. Mentre altri colleghi erano impegnati a ripulire quelle scuole ancora rimaste chiuse sul territorio, altri distaccamenti di volontari sono stati invece dirottati ancora una volta sui fiumi, Ausa, Uso, Marecchia su tutti, per guardare a vista che lo status quo rimanesse tale: sotto controllo.

Più intensa, invece, in un giorno da volontario post alluvione, è il monitoraggio delle frane e smottamenti che in provincia sono state un centinaio. Così come le evacuazioni di persone pericolosamente prossime a strade a rischio. Anche nei giorni scorsi, infatti, la Protezione civile si è sempre mossa anticipando le emergenze, con la delicatezza e l’anima di chi sa quanto sia difficile costringere una persona ad abbandonare casa propria. Ma il lavoro non è finito. I giubbotti appesantiti dall’acqua e la stanchezza nelle ossa non sconfiggono lo spirito e sul territorio ora la concentrazione è rivolta alla pulizia di una rete fognaria che sta pagando il conto di limo e detriti messi in circolo dall’alluvione.