Assembramenti covid a Rimini: è carnevale ma senza mascherine

Scatta l’allarme pienone: tutto esaurito nei locali, folla in piazza Cavour e lungo il corso anche dopo le 18

Come si presentava ieri, poco dopo le 18, piazza Cavour

Come si presentava ieri, poco dopo le 18, piazza Cavour

Rimini, 7 febbraio 2021 - Sono le 18,30 quando piazza Cavour e il corso d’Augusto sembrano tornati alle notti magiche, quelle di Capodanno quando ci si scaldava con un drink in mano in attesa dei botti, anche se ieri è sbocciato il carnevale e c’era chi ha preferito la maschera alla mascherina. Cercare di mantenere un metro di distanza dalle altre persone era pura pazzia. Parlare di assembramenti appare addirittura anacronistico. E’ finita così una giornata cominciata fin dal mattino con il tutto esaurito nei bar con clienti accalcati ai banconi.

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Difficile rimanere sorpresi per la folla che ha occupato nel corso della giornata il centro storico. La voglia delle persone di respirare un barlume di normalità resetta divieti e paure. Più si abbassa l’età media, più il virus che ha mietuto 90mila vittime nel Paese assume le forme di un banale raffreddore. Non c’è paura, non ci sono timori nell’abbracciarsi, nel fare foto di gruppo rigorosamente senza mascherina perché "che dici? Così mi si vede il rossetto, non sto bene?".

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I titolari dei ristoranti lo avevano predetto: "Le persone stanno cambiando abitudini. Chiusura alle 18? La gente ha imparato, si anticipa tutto". Vero, la vecchia pescheria si affolla come ai tempi d’oro, quando i locali non conoscevano la crisi. Alle 18 tutti fuori, lo impone il Dpcm, ma che problema c’è? Nessuno, i banchi di pietra dove un tempo si vendeva il pesce assomigliano a massicci banconi del bar pieni di bicchieri vuoti di plastica. E quando si beve la mascherina sta sotto il mento. La situazione non cambia quando si fuma. Stessa cosa quando si ha il cellulare appiccicato all’orecchio mentre il baccano tra risate e brevi cori intonati a questo o a quell’amico riporta ad altri tempi, quando male che andava in inverno ci si beccava il raffreddore.

Paradossalmente la chiusura dei locali alle 18 innesca il via libera. I pubblici esercizi si svuotano e tutti scendono in piazza. Sono tanti e sono ovunque. L’età media è bassa. Incontrare famiglie con bambini piccoli dopo le 17 è una rarità. Se ci fai caso incontri le stesse facce che a pranzo entravano in gruppo nei ristoranti. La giornata è lunga e la si vive tutta d’un fiato, anche senza mascherina, quasi fosse il Capodanno più lungo del mondo, come recitava un famoso slogan coniato davanti alla piazza.

Resta una domanda, dove sono le forze dell’ordine, dove i vigili e dove i controlli? La risposta la si trova nelle due auto con lampeggianti spenti parcheggiate vicino alla fontana della Pigna, in mezzo alla folla. Arginare una simile quantità di giovani con un blocchetto di verbali è come svuotare il mare con un cucchiaino. Se ci sono stati controlli e se ci saranno dei multati lo sapremo oggi. Le scene viste ieri pomeriggio ricordano la domenica di marzo di un anno fa quando alla vigilia del lockdown il lungomare era murato di gente. Fu l’ultimo bacio prima dell’astinenza. Cosa provocherà il tana liberi tutti respirato ieri in centro lo si saprà tra un paio di settimane, così ci hanno insegnato i virologi.