Cade nel vuoto: operaio paralizzato. Ditta assolta dopo quindici anni

Il tribunale di Rimini ha prosciolto dalle accuse la società che aveva fornito il ponteggio del cantiere. Secondo la ricostruzione, l’impalcatura sarebbe stata manomessa provocando così l’incidente.

Cade nel vuoto: operaio paralizzato. Ditta assolta dopo quindici anni

Cade nel vuoto: operaio paralizzato. Ditta assolta dopo quindici anni

Un volo nel vuoto da sei metri di altezza nel luglio 2009. Dopo quella caduta nel cantiere per la ricostruzione di un fabbricato residenziale a Rimini, un operaio - all’epoca 50enne - era rimasto paralizzato dalla testa ai piedi, riacquisendo parzialmente le funzioni solo dopo una lunghissima riabilitazione. Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti era finito uno dei ponteggi: secondo quanto ricostruito dalla polizia giudiziaria del dipartimento di Salute Pubblica dell’Ausl e dalla Procura di Rimini, una parte della struttura era stata sostituita con una precaria tavola di legno, passando sulla quale il lavoratore era precipitato. La ditta che aveva fornito il ponteggio, difesa dall’avvocato Roberto Brancaleoni del foro di Rimini, è finita alla sbarra in base alla legge sulla "responsabilità degli enti", ma a distanza di quasi 15 anni dai fatti è stata prosciolta dalle accuse. Questo ha deciso nelle scorse settimane il tribunale di Rimini accogliendo la tesi difensiva e riconoscendo che "il ponteggio, inizialmente montato a regola d’arte, era stato oggetto di manomissione da parte di alcuni operai della ditta che eseguiva i lavori", all’insaputa della ditta fornitrice del ponteggio. L’operaio era stato soccorso dai vigili del fuoco che riuscirono ad estrarlo dallo scavo. Fu trasportato in ospedale dove venne sottoposto a vari interventi chirurgici. A seguito delle indagini, a finire a processo furono il proprietario dell’immobile committente dei lavori, poi deceduto in corso di processo, il geometra direttore dei lavori ed i titolari della ditta che stava eseguendo i lavori di ristrutturazione e della ditta che aveva fornito il ponteggio, tutti condannati nel processo di primo grado alla pena di 2 anni di reclusione, oltre al risarcimento dei danni, ammontanti ad oltre un milione di euro compresa la rivalsa dell’Inail. Nel successivo grado di Appello la sentenza di condanna è stata confermata per tutti, tranne che per la legale rappresentante della ditta fornitrice dei ponteggi per la quale, ritenuto ammissibile l’appello e decorsi i termini di prescrizione, è stata dichiarata l’estinzione del reato.

Il processo a carico della ditta ha invece seguito una strada differente, approdando in tribunale a Rimini nel dicembre del 2022. La Procura aveva chiesto la condanna della società ad una sanzione di 75mila euro ed alla interdizione dell’attività per 30 giorni. "Ci sono voluti 15 anni, ma alla fine è stata giustamente riconosciuta l’innocenza della mia assistita, che non doveva rispondere di una manomissione volontaria commessa da altri su un ponteggio regolarmente installato" dice l’avvocato Brancaleoni.