Camion in fiamme, le ipotesi degli investigatori

La Dda di Genova sul caso. Non si esclude un coinvolgimento della criminalità organizzata

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Cosa c’è dietro gli attentati incendiari alla Marr? Gli attacchi di Anzola, Taggia e Carasco fanno parte di una stessa strategia e possono essere riconducibili ai medesimi autori? Queste le domande a cui gli investigatori di tre diverse province stanno cercando di dare una risposta. La pista più accreditata, per il momento, sembra essere quella anarchica. Su siti appartenenti a quest’area, infatti, sono apparsi nelle ultime settimane messaggi di rivendicazione del mancato blitz del 5 novembre, ad Anzola dell’Emilia (Bologna), e di quello riuscito a Taggia (in provincia di Imperia), nella notte tra il 12 e il 13 novembre. Secondo gli anarchici, la Marr sarebbe ‘colpevole’ di rifornire di generi alimentari le mense dei carceri di tutta la Penisola e quelle dei centri di espulsione per immigrati, generando in questo modo "profitti sulla pelle delle persone detenute". La stessa azienda, d’altra parte, ha più volte chiarito di non occuparsi direttamente della fornitura dei pasti alle carceri. Non mancano, nei messaggi di rivendicazione, dei riferimenti ad Alfredo Cospito, anarchico che sta scontando un ergastolo nel carcere di Sassari per l’attentato dinamitardo alla caserma dei carabinieri di Fossano del 2006 e che dallo scorso ottobre sta portando avanti lo sciopero della fame per protesta contro il regime di 41 bis (il carcere duro) a cui è stato sottoposto. Gli inquirenti, tuttavia, non escludono nessuna ipotesi, nemmeno quella di un coinvolgimento della criminalità organizzata, in particolar modo delle ramificazioni liguri della ‘ndrangheta. Non è un caso che sui due attentati avvenuti in Liguria indaghi la Dda di Genova. Ma gli attacchi alla Marr sono stati messi in correlazione con altri due incendi di natura dolosa divampati in aziende della zona di Imperia il 3 settembre e il 20 ottobre.