Sulla sistemazione di piazza Malatesta si preannuncia un dibattito infuocato. Se le argomentazioni a favore vengono esternate con frasi tipo "Meglio l’attuale piscina oppure l’asfalto del parcheggio?", si ricade in uno di quegli esempi dove ci si incaglia in un dibattito sterile, senza andare al nocciolo della questione. Piuttosto bisognerebbe interrogarsi sul modo in cui si sono portati avanti i progetti. Allargando lo sguardo all’intera porzione urbana che ha investito Castel Sismondo, piazza Malatesta, il Teatro Galli bisogna analizzare quali scelte hanno portato al restauro stilistico della porzione retrostante – cavea e palcoscenico – del Galli, andrebbero indagate le aspettative sulle quali si fondano questi ripensamenti ambientali, archeologici e architettonici. In tutti i casi sopra citati sono state vagliate tutte le ipotesi e gli espedienti - conservativi, innovativi, al passo con i tempi - a nostra disposizione per una miglior realizzazione? Il nostro obbiettivo non dovrebbe essere quello di creare infiocchettate Disneyland asservite a esigenze temporanee, tralasciando importanti aspetti vocativi e materiali. Per dirla alla Fellini, annodiamo i sogni degli uomini dei secoli passati con i nostri. I dibattiti e le critiche sono doverosi. Altrimenti ci si accontenta, e i sogni vanno in frantumi.
Lucio Bove, architetto