REDAZIONE RIMINI

"È sbucato fuori all’improvviso. Ci inseguiva con il coltello"

"Ci inseguiva con quel grosso coltello in mano. Noi scappavamo e lui dietro che ci inseguiva...". Mentre racconta, Nicola trema...

"Ci inseguiva con quel grosso coltello in mano. Noi scappavamo e lui dietro che ci inseguiva...". Mentre racconta, Nicola trema...

"Ci inseguiva con quel grosso coltello in mano. Noi scappavamo e lui dietro che ci inseguiva...". Mentre racconta, Nicola trema...

"Ci inseguiva con quel grosso coltello in mano. Noi scappavamo e lui dietro che ci inseguiva...". Mentre racconta, Nicola trema come una foglia. Il ragazzo è uno degli amici dei due 18enni feriti dall’egiziano. Ha 18 anni anche lui. "Dovevamo festeggiare il Capodanno tutti insieme: prima la cena, a casa di uno di noi, poi saremmo usciti...". Quando avviene la prima aggressione davanti alla tabaccheria, Nicola e gli altri lo vengono a sapere nel giro di pochi minuti. "Siamo andati in via Casale, dove il nostro amico era stato accoltellato, per capire meglio. Siamo rimasti a parlare, anche con le forze dell’ordine. Poi i carabinieri se ne sono andati, per andare a caccia dell’aggressore. Noi siamo rimasti ancora lì per un po’, a parlare: all’improvviso è sbucato lui, con il coltello in mano, e si è avventato contro di noi". Uno di loro è stato colpito alla schiena: il fendente scagliato da Muhammad Sita gli ha perforato un polmone. "Noi siamo corsi verso la piazza dove si teneva la festa di Capodanno – continua Nicola – Ma poi abbiamo cambiato direzione e abbiamo attraversato la strada per tornare indietro: non volevamo che ci seguisse tra la folla, sarebbe stato un disastro". Mentre loro si mettevano al riparo hanno sentito gli spari. Sono tornati lì in via Casale e hanno visto il corpo a terra, senza vita, dell’egiziano. "Non lo conoscevamo – conclude Nicola – Non è stato un tentativo di rapina: ci ha assalito come una furia urlando in arabo".