Equipaggi a terra, i pescherecci dicono basta

Il prezzo del gasolio è arrivato alle stelle. Cevoli: "Le prime imbarcazioni hanno già consegnato i documenti in Capitaneria"

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"Le prime quattro o cinque imbarcazioni hanno già consegnato i documenti in Capitaneria di porto". Il termine tecnico è disarmo. Tradotto si presentano gli atti in Capitaneria e si smette di andare in mare. Al momento nel comparto portuale riminese i pescherecci tra quelli grandi e alcuni piccoli, sono circa una quarantina, spiega Giancarlo Cevoli, presidente della Cooperativa Lavoratori del mare. Le prime cinque imbarcazioni sono state solo il principio, ammette Cevoli. "Le altre andranno avanti finché riusciranno a farlo, rimettendoci". Poi quando anche queste saranno costrette a dire basta e a portare i documenti in Capitaneria "diremo addio ai banchi al Mercato coperto pieni di pesce del nostro mare". Non è una minaccia, ma solo la conseguenza di un caro gasolio che ha raggiunto livelli inimmaginabili per i pescatori e soprattutto insostenibili. "Per le imbarcazioni uscire in mare nella notte e tornare in orto significa ormai spendere solo in gasolio anche 2.500 euro. Ogni giorno è così. Non è possibile andare avanti in queste condizioni. Oggi il gasolio è arrivato a costare 1,15 euro". Prima che il caro energia e il conflitto in Ucraina facessero lievitare i prezzi "per il nostro comparto", che ha prezzi agevolati, "il gasolio si pagava 0,40 euro al litro". Il valore è più che raddoppiato ed è un problema per i pescatori visto che la voce gasolio è quella che più incide. Dunque si dice basta, tutti a terra e addio pescato.

"Fino ad oggi abbiamo tenuto duro in attesa anche degli aiuti che ci erano stati detti, ma così non si può andare avanti". La situazione la conoscono bene anche in Regione tanto che l’assessore alla Pesca Alessio Mammi ha scritto al ministero preposto guidato da Stefano Patuanelli, per chiedere con urgenza che "le disposizioni tempestive attivate dal ministero possano trovare esecuzione a breve, in particolar modo per il rapido utilizzo del credito d’imposta oltre a un eventuale proroga del contributo anche nel secondo trimestre di quest’anno". Mammi ha anche chiesto che il governo si impegni per riconoscere indennizzi ai pescatori, così come accadeva nel periodo pandemico.

Intanto il tempo passa e "di aiuti o incentivi non ne abbiamo visti" prosegue Cevoli. Le prossime settimane saranno un conto alla rovescia tra la capacità di tenuta economica delle imprese che si sta riducendo sempre più, e l’entrata in vigore dei provvedimenti dello Stato che i pescatori sperano arrivino prima di avere esaurito quanto c’è ancora in cassa.

a. ol.