A processo la escort dei vip, 5 milioni nascosti al Fisco: per lo Stato deve pagare le tasse

Omessa dichiarazione dei redditi: chiesta una condanna a 2 anni e 3 mesi per l’ex lucciola ungherese. La donna, che oggi vive all’estero, si difende: "L’Italia non riconosce la prostituzione come mestiere"

Andrea Gal, ungherese, 42 anni. Per lungo tempo ha vissuto a Riccione

Andrea Gal, ungherese, 42 anni. Per lungo tempo ha vissuto a Riccione

Rimini, 8 maggio 2024 – Tra il 2010 e il 2014, secondo gli inquirenti, avrebbe totalizzato guadagni stellari grazie alla sua attività di escort di lusso. Cinque milioni di euro, stando alla ricostruzione della Guardia di Finanza che era andata a spulciare i suoi conti correnti, portando a galla un vero e proprio tesoro, frutto degli incontri a luci rosse con facoltosi clienti, tra cui imprenditori, calciatori, professionisti.

Lei, una ungherese di 42 anni per un po’ trapiantata a Riccione e oggi residente all’estero, è così finita alla sbarra con l’accusa di omessa dichiarazione dei redditi. Secondo l’Agenzia delle Entrate e la Procura di Rimini, la lucciola era tenuta a versare Iva e Irpef nelle casse dello Stato per un ammontare complessivo di quasi 2 milioni e mezzo di euro. La ormai ex escort si difende: avrebbe cercato più volte di regolarizzare la propria posizione e di pagare le tasse, ma lo Stato italiano non riconosce l’esercizio della prostituzione come mestiere e non le consente di aprire una partita Iva.

Nel corso dell’ultima udienza, il legale che assiste la 42enne - l’avvocato Stefano Caroli - ha chiesto l’assoluzione sostenendo che le prove raccolte contro l’indagata siano inutilizzabili. Gli accertamenti delle Fiamme Gialle, afferma il legale, sarebbero stati svolti senza dare alla donna la possibilità di nominare un difensore: pur avendo valenza sotto il profilo amministrativa, non possono dunque entrare in gioco nell’ambito del processo penale. Buona parte dei soldi accumulati dalla donna, inoltre, arriverebbero dal portafoglio di un singolo cliente, che aveva perso la testa per lei avviando una relazione stabile, e andrebbero pertanto considerati come frutto di libere donazioni. Opposto il parere della Procura di Rimini, che ha chiesto per l’ex professionista del sesso una condanna a 2 anni e 3 mesi.

Secondo la ricostruzione delle Fiamme Gialle, i clienti della escort sarebbero arrivati a sborsare cinquemila euro pur di trascorrere in sua compagnia un weekend di intimità. In una giornata la prostituta di lusso riusciva ad incassare fino a diecimila euro. E chissà per quanto tempo ancora il suo patrimonio avrebbe continuato a lievitare se non fosse che nel corso di un processo, che la vedeva imputata per una rapina da cento euro ai danni di un cliente, la donna ungherese si autodenunciò nel tentativo di scagionarsi: "Non ho bisogno dei cento euro di questo poveretto, dato che nel mio conto corrente ne ho la bellezza di 800mila", disse al giudice.

Una dichiarazione, questa, che non solo non le servì ad evitare una condanna a un anno e sei mesi, ma che attirò sulla prostituta l’attenzione della Guardia di finanza, che da quel momento incominciò a setacciare i suoi conti correnti. Dall’apposita rogatoria internazionale era emerso che la donna si era avvalsa della compiacenza di un banchiere di San Marino (la sua posizione è stata però archiviata) per trasferire i proventi dal Titano a Montecarlo e successivamente a Dubai.