"Faccio ‘vivere’ Francesco d’Assisi nel nostro tempo"

Ascanio Celestini porta in scena all’auditorium della fiera il monologo ‘Rumba’. Al suo fianco il musicista Gianluca Casadei

"Faccio ‘vivere’ Francesco d’Assisi nel nostro tempo"

"Faccio ‘vivere’ Francesco d’Assisi nel nostro tempo"

Con il suo ineguagliabile talento narrativo, Ascanio Celestini porta in scena il suo nuovo lavoro, Rumba. L’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato, monologo che racconta il Francesco e la Chiara di oggi. L’attore teatrale, nonché regista cinematografico, scrittore e drammaturgo, è atteso stasera alle 21 all’Auditorium della Fiera di Morciano. Al suo fianco il musicista Gianluca Casadei alla fisarmonica e alla tastiera.

Rumba completa una trilogia, perché questo titolo?

"Conclude il mio lavoro decennale d’improvvisazione, cominciato con Laika e Pueblo, durante il quale mi sono convinto che Santa Chiara, anche dal punto di vista storico e umano, non fosse un personaggio subalterno né a Francesco, né alla sua famiglia. È stata davvero una guerrigliera dalla forza straordinaria con un grande carisma religioso, per cui mi sono venute in mente le donne della guerra di Spagna. Come brano per l’improvvisazione usavo Ay Carmela che ha come refrain: ‘rumba la rumba la rumbambà’. Questo canto, allegro e divertente, è pure una danza che sembra raccontare in modo calzante i miei personaggi, come Francesco, il giullare che divulga il Vangelo e che sta in piazza in modo rumoroso".

È un Francesco del terzo millennio?

"Rumba, come gli altri due racconti, è ambientato nello stesso luogo, una periferia, in particolare in un parcheggio e coinvolge le persone che lo attraversano: quelli che vanno al supermercato, i facchini che escono dal magazzino della logistica, gli abitanti di un condominio popolare, poi i frequentatori del bar, il barbone, la prostituta".

E oggi?

"Il personaggio che interpreto dice: provate a immaginare che questa periferia sia la Valle Santa, che il condominio sia il santuario di Greccio, che il supermercato sia la basilica di Assisi e il barbone il lebbroso che Francesco ha incontrato per strada".

Ovunque e sempre, stesse periferie?

"Si assomigliano un po’ tutte tant’è che questi spettacoli li facciamo anche all’estero, in Belgio, e pure in Francia e in Svezia, dove io sono solo autore e regista, non in scena".

L’arte pittorica arricchisce Rumba?

"Il fondale dello spettacolo presenta opere del noto pittore Franco Biagioni, che dipinge su legno. Mi ha mandato le sue tavolette, che abbiamo scannerizzato e stampato sul telo. Con il suo tratto molto popolare, simile a quello dei santini e degli ex voto, in questo caso racconta le storie di Francesco e in altre quelle di Ustica, la bomba in piazza Fontana e la morte di Pinelli, casi che si leggono sui giornali o sui libri di storia".

Nives Concolino