MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Il nipote di uno dei Tre Martiri: "Se Giulio Cesare tornerà in piazza questo non cambierà la storia"

Alessandro Pagliarani: "Si poteva revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini decenni fa. Farlo oggi mi sembra una reazione al governo Meloni. Il 25 Aprile dovrebbe essere la festa di tutti".

Alessandro Pagliarani: "Si poteva revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini decenni fa. Farlo oggi mi sembra una reazione al governo Meloni. Il 25 Aprile dovrebbe essere la festa di tutti".

Alessandro Pagliarani: "Si poteva revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini decenni fa. Farlo oggi mi sembra una reazione al governo Meloni. Il 25 Aprile dovrebbe essere la festa di tutti".

"Il 25 aprile va onorato e celebrato, sempre. È una festa di tutti". Parola dei famigliari dei Tre Martiri. Ma anche al l’ultima cerimonia per la Liberazione a Rimini le polemiche non sono mancate, con Fratelli d’Italia che ha attaccato Andrea Caputo, il presidente dell’Anpi (l’associazione dei partigiani) per quello che ha detto contro il governo e la premier Giorgia Meloni e anche contro gli Stati Uniti. E tiene banco a Riccione la decisione di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini (si voterà nel prossimo consiglio comunale), dopo che San Clemente ha aperto la strada votando l’atto il 24 aprile. Per Alessandro Pagliarani, nipote del cugino di Adelio Pagliarani, trucidato dai nazifascisti insieme a Luigi Nicolò e Mario Capelli il 16 agosto 1944, non ci sono dubbi. "A 80 anni di distanza il 25 Aprile purtroppo continua a dividere. Posso comprendere i motivi per cui ci siano opinioni diverse, ma per i valori con cui sono, siamo cresciuti, la festa della Liberazione dovrebbe essere una festa di tutti".

Il sindaco di Pennabilli ha detto che finché ci sarà lui il 25 Aprile non si festeggerà. Pd e M5s hanno chiesto al prefetto di intervenire. Perché l’anniversario della Liberazione continua a dividere? "Perché come tutti i grandi accadimenti della storia, può capitare che a distanza di molti anni ci possano essere posizioni diverse. Ma la storia non si cancella".

È d’accordo con quei Comuni che hanno scelto di revocare la cittadinanza onoraria al Duce? San Clemente l’ha già fatto, presto lo farà anche Riccione. "Quello che ha fatto Mussolini è scritto nei libri di storia, e la storia non si cancella mai. La cittadinanza si poteva revocare già 30 o 40 anni fa. Decidersi di farlo oggi la vedo più come una reazione al governo Meloni. E in ogni caso si tratta di un atto simbolico che, credo, non sposta le cose".

A Rimini si è riacceso il dibattito anche sulla statua di Giulio Cesare donata dal Duce, che il Comune non intende rimettere nella piazza dedicata ai Tre Martiri. Lei che cosa ne pensa? "Un tema che spesso vedo essere utilizzato per fomentare polemiche. Mi spiazza l’idea che si abbia paura di rimettere quella statua in piazza. Se il Comune decidesse di farlo, non cambierebbe in alcun modo la storia e soprattutto quella di quel luogo, che è ormai legato alla memoria dei Tre Martiri".

Lei è iscritto all’Anpi? Partecipa ogni anno alla festa del 25 Aprile? "Sono quasi sempre andato sì, salvo impegni. Così come vado ogni anno alla commemorazione dei Tre Martiri. È stato mio padre a parlarmi soprattutto delle gesta di Adelio, poi con gli anni mi sono documentato. Sono fiero di portare il suo cognome".