Il sopravvissuto del Donetsk "Ho visto i soldati fatti a pezzi"

Parla il sergente maggiore dell’esercito ucraino a Rimini per curarsi dopo l’attacco chimico

Il sopravvissuto del Donetsk  "Ho visto i soldati fatti a pezzi"

Il sopravvissuto del Donetsk "Ho visto i soldati fatti a pezzi"

Anatoly Svirid è sopravvissuto all’assedio di Donetsk. In battaglia il suo pseudonimo è ‘Spartano’ e questa sera interverrà per concludere in piazza Cavour la manifestazione organizzata da People for Ukraine. Un discorso che non prevede nessun tipo di resa: "Il disarmo dell’Ucraina non è nemmeno da pensare, entrerà in Europa e lo farà come paese libero". Anatoly continua a combattere anche dall’Italia come sergente maggiore, responsabile dell’Associazione Hearts of Cyborgs e Cavaliere degli Ordini per coraggio, per merito e guerra. Lo scherno del nemico, quello che si addice ad ogni buon soldato, non gli manca. Non dimentica però le atrocità vissute con la tenacia e il coraggio che contraddistinguono, a un anno dalla guerra, ogni ucraino. E sono tante le ferite che ha riportato sopravvivendo anche a un attacco chimico. A Rimini, però, trova conforto grazie a persone che lo aiutano a superare i traumi della guerra.

Cosa dirà durante il suo intervento alla manifestazione di domani?

"Dirò che la guerra continua e ringrazierò l’Italia per il suo sostegno all’Ucraina in questo momento difficile".

Qual è stata la sua esperienza all’aeroporto di Donetsk? "All’aeroporto di Donetsk ho dovuto sopportare un attacco con le armi chimiche, l’esplosione del terminal, ferite e contusioni e poi un mese di prigionia e la perdita di compagni di combattimento".

Quando è arrivato a Rimini?

"Sono da poco a Rimini. In questa città non si può dire che io abbia una vita normale. Faccio visite mediche continue e poi cerco di fornire qualsiasi aiuto possibile alle forze armate ucraine".

Cosa faceva prima di entrare nell’armata?

"Prima dell’invasione lavoravo come direttore di una società comunale nella città di Kiev".

Quale orrore della guerra non riesce a dimenticare?

"L’attacco chimico e i soldati fatti a pezzi dopo le esplosioni all’aeroporto di Donetsk non si dimenticano mai. È come se fossero stampati nella mia mente". Era già venuto in Italia prima della guerra?

"In Italia sono venuto per rimuovere le schegge dal mio corpo. Adesso sono invalido, ho un bel po’ di problemi di salute".

Qual è il suo grado di militare? "Sergente maggiore. La mia posizione è capo della squadra di paracadutisti".

Che battaglie ha fatto?

"Abbiamo combattuto nella zona dell’aeroporto di Donetsk e in altri insediamenti come Avdiivka, Pisky, Vodyane, Opytne, Toretsk ed ulteriori".

La guerra finirà?

"Non penso alla futura direzione della guerra, vivo ogni giorno per aiutare il fronte e per avvicinare la nostra vittoria". L’Ucraina teme anche la Transnistria?

"L’Ucraina non teme più nessuno e niente, sta lottando per la propria esistenza".

Ha una famiglia?

"Ho un figlio e una moglie".

Resterà in Italia o tornerà in Ucraina?

"Sì, sicuramente tornerò in Ucraina".

È importante continuare a manifestare contro la guerra?

"È molto importante offrire il massimo aiuto all’Ucraina, perché la difesa dell’Ucraina è la difesa della pace in Europa e nel mondo".

Cosa ne pensa della fiaccolata della pace prevista domani. Crede che parlare di disarmo sia utile in questo momento?

"Non può esserci alcun discorso di disarmo e di non aiutare militarmente il nostro paese. L’Ucraina non ha mai attaccato nessuno, sta lottando per la propria scelta di far parte della famiglia dei paesi europei liberi". L’Ucraina riuscirà a liberare anche la Crimea?

"Se ci sarà un invio rapido ed efficace di armi e munizioni le forze armate ucraine libereranno tutte le città e i territori ucraini. Gloria all’Ucraina! Grazie all’Italia".

Andrea G. Cammarata