"Il turismo non pensi solo al mare"

Il manager Tamagnini: "Servono pacchetti per i nosti magnifici borghi"

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"Dedico glia Margherita, il presente e il futuro". Insieme all’ospedale Infermi con i suoi 457 medici e 1.835 operatori sanitari, e alla sceneggiatrice Laura Paolucci, al riminese Maurizio Tamagnini (foto), uno dei top manager italiani dell’alta finanza, è stato conferito il Sigismondo d’oro. "Nel mio Dna – racconta – c’è grande senso di empatia e la passione che i romagnoli hanno. Mi piacerebbe vedere una Romagna ancora più protagonista nel turismo, nell’industria, nella meccanica, settori dove già eccelle". Il manager da ragazzo ha lavorato per 11 anni come cameriere, come testimonia la cicatrice sull’avambraccio "fatta versandomi addosso la zuppiera del brodo mentre servivo". Ribadisce che "il mestiere del cameriere è la migliore scuola di marketing del mondo". E rimarca "il cambiamento a 360 gradi che Rimini ha fatto negli ultimi anni". Auspica la riqualificazione nel settore turistico: "Il modo di fare turismo dei romagnoli è molto attuale, nessuna tecnologia lo farà passare di moda. Ma occorre investire e aprire alle esigenze dei nuovi turisti, proponendo anche pacchetti che comprendano i nostri magnifici borghi, Santarcangelo, San Leo, Montefiore dove mio babbo da ragazzo mi portava in trattoria. Poi serve l’alta velocità, così che Rimini diventi la vera ’marittima’ di Milano. E un aeroporto efficiente per i charter". Sull’esempio del Tecnopolo del settore auto di Modena, Tamagnini immagina la analoga creazione a Rimini e in Romagna, ’terra del mutòr’, di un "incubatore di aziende delle due ruote, dall’elettronica ai servizi di supporto".