In Bolivia dopo il liceo: "Aiutare gli altri è davvero bellissimo. Il mio servizio civile"

La storia di Tommaso Mini, 19 anni. Grazie alla comunità Papa Giovanni ora vive e lavora come volontario a La Paz: "Esperienza stupenda, sono in supporto ai professionisti che operano nelle varie strutture" .

In Bolivia dopo il liceo: "Aiutare gli altri è davvero bellissimo. Il mio servizio civile"

In Bolivia dopo il liceo: "Aiutare gli altri è davvero bellissimo. Il mio servizio civile"

Stefano Vitali, ex presidente della Provincia di Rimini, da tempo segue, per la Comunità Papa Giovanni XXIII, i progetti all’estero. Con lui parliamo del servizio civile, realtà alla quale si avvicinano tantissimi giovani tra i 18 e i 28 anni. "Per i volontari è un’esperienza immensamente grande sotto tutti gli aspetti – spiega – Per la Comunità l’apporto dei volontari internazionali, una cinquantina in tutto, è prezioso: ognuno porta un minimo di diversità e la propria gioventù. È anche grazie a loro che riusciamo a realizzare i nostri progetti nel mondo". Grazie a un video realizzato dai ragazzi del liceo scientifico Einstein e caricato su Youtube, sentiamo dalla viva voce di un ex allievo il punto di vista di uno di questi volontari, ora impegnato a La Paz, capitale della Bolivia. Protagonista è il riminese Tommaso Mini, 19 anni che, dopo il diploma e prima di intraprendere un percorso universitario, ha voluto prendersi un periodo sabbatico, non sentendosi pronto per una scelta di studio definitiva. "Quando ho letto del bando per la ricerca di volontari di servizio civile internazionale, i cosiddetti ‘caschi bianchi’, è scoccata la scintilla. Mi sono iscritto subito, scegliendo come destinazione la Bolivia, dove la Comunità Papa Giovanni XXIII gestisce quattro progetti". Perché proprio all’estero? "Sulla scelta ha influito molto il viaggio che, in quinta liceo, feci in Etiopia insieme a don Giampaolo Rocchi e ad altri dieci compagni di scuola: tre settimane a conoscere la missione delle suore di Sant’Onofrio e l’ambiente africano. Questo periodo ha aperto in me la prospettiva verso il mondo fuori dall’Italia. Una volta optato per l’estero, seguendo l’istinto ho pensato di andare in un paese di lingua spagnola, scegliendo nell’elenco dei bandi a cui potevo partecipare quello che più mi piaceva. Dopo, la strada è stata molto facile: colloquio informativo, formalità burocratiche e due mesi di formazione in Italia". Tommaso, insieme ad altri tre ‘caschi bianchi’, è quindi partito per il Sud America nel luglio del 2023 e ci resterà un altro mesetto. "Sono contento della scelta che ho fatto, ma ho anche voglia di tornare. – continua – Ora mi manca il cibo di casa, ma poi sono sicuro che mi mancheranno l’intensità e la carica di adrenalina che qui sono all’ordine del giorno. È una vita diversa, a contatto con realtà abbastanza pesanti: giornate piene e ricche di relazioni che le arricchiscono. Siamo impegnati cinque ore al giorno per cinque giorni a settimana, in supporto ai professionisti che operano nelle varie strutture della Comunità. All’inizio ho fatto servizio in un asilo, poi in una comunità terapeutica. Un giorno a settimana accompagno un responsabile nel servizio di strada, dove ci avviciniamo ai tanti, tantissimi alcolizzati che a La Paz, una capitale veramente caotica, vivono in condizioni terribili. Abbiamo anche molto tempo libero, che usiamo per viaggiare e per conoscere il paese. È un’esperienza che consiglio, davvero formativa".

Maria Cristina Muccioli