In città ci sono oltre duecento senzatetto

La Capanna di Betlemme della Comunità Papa Giovanni XXIIII è nata nel 1987. È una realtà di pronta accoglienza serale e notturna per i senza dimora. Alla gestione della Capanna una decina tra operatori e dipendenti, con una ventina i volontari in azione. Al momento sono 35 le persone seguite alla Capanna e in due appartamenti. Si tratta di clochard, persone con problemi psichiatrici e non finite in strada, di un’età media sui 55-60 anni. In collaborazione con Comune di Rimini e Caritas diocesana, la Capanna ha attivo poi il progetto ‘Housing first’, con 28 persone che stanno per reinserirsi nella società. "Con il periodo di pandemia ci siamo fermati per altri progetti che faremo partire a marzo – dicono dalla Capanna – e ripartiremo con nuovi inserimenti di prima accoglienza".

Tra i settori più importanti, gestiti dall’associazione, la rete di Unità di strada, in collaborazione con Caritas, Croce Rossa e Rumori Sinistri, dove si monitorano e incontrano le persone che vivono fuori. "Con la pandemia i clochard sono aumentati – concludono dalla Capanna – Al momento solo nella città di Rimini abbiamo oltre 200 persone che vivono in strada. Di queste, oltre la metà sono italiane. Ma sono in un aumento anche profughi che fanno la rotta balcanica".