La rivincita dei grandi vecchi: da 39 a 55 durante la pandemia

Negli ultimi tre anni i centenari riminesi hanno sconfitto il virus e sono cresciuti. Ecco come

La rivincita dei grandi vecchi:  da 39 a 55 durante la pandemia

La rivincita dei grandi vecchi: da 39 a 55 durante la pandemia

Rimini, 5 febbraio 2023 – Matusalemmi riminesi. E con un andamento sorprendente dei parametri vitali. Per i felliniani doc l’orologio della vita non sembra fermarsi mai. I centenari riminesi sono sempre di più e non hanno accusato il colpo della pandemia. Merito di una sanità regionale che funzionava nei tempi giusti prima dell’emergenza sanitaria. Ma conta il patrimonio genetico. Aiutano la prevenzione, i check-up regolari e lo stile di vita, prima e durante la vecchiaia. Perché dopo i 99 l’anzianità assume un altro aspetto. A quel punto, spiegano i neurologi, Alzheimer, Parkinson e per certi versi anche la demenza senile, non si verificano più.

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Secondo i dati dell’Anagrafe comunale, dal 2019 al 2022 siamo arrivati a quota 55 overcento, ovvero 16 in più rispetto agli esordi del Covid. Nel dettaglio otto di questi sono maschi e 47 femmine. Sarà la costola mancante oppure un mistero genetico. La predestinazione per la conquista del Sacro Gral, si basa anche su quei fattori di rischio che gli organismi dei centenari hanno spesso snobbato. Uno dei centenni di Rimini ha fumato 22 sigarette al giorno. E lo ha fatto fino a 65 anni: "Ce le davano ai militari poi ho preso una brutta tosse e ho smesso, mai una sbornia però". Cosa dicono i dati. Gli individui supersani aumentano in provincia e nel Bel Paese. Stando all’Istituto Statistico nazionale, una delle Regioni fra le più ricche di ultralongevi è la Sardegna. In totale, gli italiani centenari sono 17.777. Per vivere a lungo esistono corsi, scongiuri e metodi acclamati da rinomati scienziati americani. Ma, spiegano gli esperti, è importante l’eredità ovvero il patrimonio che ci lasciano i nostri cari. E fin qui non ci piove. Ma quanto conta la prevenzione, lo stress e il carico che imponiamo al nostro organismo? Ai Labs di Boston gli studiosi hanno provato che i vecchi topi possono in qualche modo ridiventare giovani. Invertire l’invecchiamento come nel caso di Benjamin Button? Un po’ sì. L’invecchiamento sembrerebbe un processo reversibile. Il problema consta di quel carico di mutazioni genetiche talmente pesante che rende impossibile al patrimonio genetico di accedere alle informazioni utili a non invecchiare. Secondo i laboratori di Boston, attraverso la terapia genetica, come dimostrato nello studio sui topi, la creazione di copie di genoma perfettamente funzionante sarebbe possibile. Nell’attesa che i progressi della scienza ci aprano le porte della scuola biblica di Noè e compagnia, i centenari crescono e anche loro partecipano alla vita economica. A dati anagrafici di longevità promettenti si associa un fenomeno acclamato dai mercati. La silver economy, ovvero l’economia della terza età, è stimata negli Stati Uniti a un valore complessivo di circa 7,6mila miliardi l’anno. A far sì che le speranze di vita aumentino, partecipa il welfare, una buona sanità, assistenza sociale e strutture idonee. Dice, Francesco Bragagni, assessore agli Affari generali, che "l’aumento dei centenari si può spiegare con l’alta qualità della vita nella nostra zona". La Rimini cambiata è quindi sinonimo di benessere, grazie anche al "mare e al suo territorio". In tema di sanità e assistenza sociale "sono state attuate - dice Bragagni - delle politiche nei confronti degli anziani per aumentare la socialità, anche tramite attività ludico-creative". Conta l’eccellenza nelle case di riposo, ma anche "severi controlli" nelle stesse. Tutto partecipa ad allungare la speranza di vita, anche quei percorsi ciclopedonali che permettono agli anziani "di continuare a usufruire degli spazi cittadini". Lunga vita. E di questo passo l’augurio di campare cent’anni è da rivedere. Desueto.

Andrea G. Cammarata